Chief Information Officer: come affrontare il 2023

Tra i buoni propositi per i prossimi mesi, i board e leader aziendali dovranno cercare soluzioni per “fare di più con meno”.

Chief Information Officer: come affrontare il 2023

Rispetto all’anno appena passato, questo si prospetta essere molto più tranquillo sul fronte dell’innovazione tecnologica. Tra i buoni propositi per i prossimi mesi però, i board e leader aziendali dovranno cercare soluzioni per “fare di più con meno”: ovvero trovare valore laddove le innovazioni si sovrappongono e investire strategicamente in tecnologie che hanno raggiungendo il punto di non ritorno.

Guardare avanti richiede impegno e non è sempre semplice, ma è essenziale per tutte quelle aziende che stanno pianificando di ottenere grandi risultati nel nuovo anno.

Non è possibile prevedere con certezza cosa accadrà nel 2023 in ambito tecnologico, poiché sappiamo che l’innovazione digitale è influenzata da molteplici fattori.

Nel 2021, ad esempio, era emerso un grande entusiasmo per gli NFT, le criptovalute e il metaverso; molti di questi entusiasmi si sono assopiti quando, nell’autunno del 2022, i mercati NFT sono scesi del 90% e il metaverso appare anche oggi più un bel sogno che una realtà, soprattutto per applicazioni business.

Ma prendiamo spunto da alcuni suggerimenti dettati da McKinsey Technology, per aprire una finestra su ciò che potrebbe riservare il 2023 in ambito tecnologico e vediamo come i leader aziendali, in particolare i CIO, potranno trarne vantaggio.

Focalizzarsi sui trend tecnologici con effetto combinatorio

McKinsey definisce i 14 trend tecnologici che dovrebbero orientare l’innovazione nel 2023, tra cui l’intelligenza artificiale, la realtà aumentata e virtuale, la blockchain, la robotica e l’Internet delle cose.

Si prevede che finalmente la tecnologia 5G diventerà più diffusa e che comincerà a essere quella forza trainante per lo sviluppo di nuove tecnologie e applicazioni che ci si aspettava negli ultimi anni.

Ognuna di queste 14 tecnologie può avere singolarmente un forte impatto sulla trasformazione digitale delle imprese; basti pensare a come potrebbe migliorare l’esperienza dell’assistenza clienti grazie alle tecnologie di intelligenza artificiale.

La vera sfida per le aziende sarà però quella di attivare innovazioni tecnologiche differenti  e farle lavorare in sinergia per creare sistemi intelligenti e interconnessi, in grado di migliorare l’efficienza e la qualità dei prodotti e dei servizi e l’organizzazione delle funzioni aziendali.

La capacità di saper combinare l’effetto delle innovazioni tecnologiche più avanzate può consentire all’azienda di sfruttare al meglio le opportunità e di affrontare con successo i cambiamenti del mercato e dell’economia.

Adottare le tecnologie che portano impatto e innovazione

Il 2023 richiede ponderazione e fluidità: significa saper identificare le tecnologie chiave, valutare come esse possono influire sull’azienda e sul mercato, e pianificare come sfruttare al meglio queste opportunità in azienda.

Per farlo con successo, è necessario essere proattivi e anticipare i cambiamenti del mercato, in modo da essere pronti ad affrontarli e trarre vantaggio da essi, anziché essere colti di sorpresa e rischiare di rimanere indietro rispetto alla concorrenza.

Questa attenzione è importante perché molte tecnologie rivoluzionarie come il 5G, l’Intelligenza Artificiale e il cloud, stanno raggiungendo punti critici per l’adozione di massa. Alcuni dati dimostrano che le aziende stanno pianificando di trasferire il 60% del proprio patrimonio IT nel cloud entro il 2025, mentre il 50% delle aziende dichiara di aver adottato l’AI in almeno una funzione della propria attività.

In un contesto che si muove così velocemente è vitale per le aziende rimanere al passo con le innovazioni adottate in maniera diffusa, non farlo significa rischiare di perdere rapidamente posizioni sul mercato.

Alleggerire la burocrazia per aumentare la produttività

Nel 2023 la sfida per i CIO sarà quella di far fare di più con meno a project manager e ingegneri: ovvero meno lavoro amministrativo, meno lavoro burocratico e meno lavoro manuale. In molte grandi organizzazioni gli ingegneri dedicano solo il 50% del loro tempo allo sviluppo vero e proprio, il resto è passato in riunioni, spesso ridondanti, e ‘burocrazia interna’.

Un CIO può migliorare questo aspetto adottando alcuni semplici accorgimenti:

  • Porre maggiore attenzione alla composizione dei team; identificando chi sono i migliori performer nell’azienda e formando team di lavoro multifunzionali ed equilibrati.
  • Indagare su quante ‘distrazioni’ si possono eliminare per liberare una notevole quantità di tempo, senza impattare sui risultati; eliminando, ad esempio, incontri inutili o rendendo più produttive le sessioni di project management.
  • Investire sull’automazione e automatizzare i processi routinari di test o di conformità.

Abbracciare l’innovazione decentralizzata

Le implicazioni della tecnologia AI – come Stable Diffusion, che ha ottenuto 10.000 stelle su GitHub in meno di due mesi, o ChatGPT, che ha superato la soglia del milione di utenti in soli cinque giorni, sono enormi: dal miglioramento della ricerca, all’aumento della produttività degli sviluppatori.

I leader aziendali dovranno pensare a come i loro modelli di business potranno trarre il maggior vantaggio dalle tecnologie decentralizzate. Per il CIO o il CTO, l’attenzione dovrà essere concentrata su come rielaborare le proprie architetture per incorporare facilmente le intelligenze artificiali (come quelle di OpenAI e Stability AI) e integrarle in una più ampia gamma di applicazioni e processi. L’obiettivo finale è quello di avere una tecnologia guidata dall’intelligenza artificiale che sia integrata in ogni parte dello stack tecnologico.

Le priorità per un Manager CIO

In conclusione, nel 2023 le priorità per il CIO sono articolate e comprendono più elementi che devono essere analizzati insieme: come la business intelligence, la creazione di valore, l’aumento della produttività, l’innovazione e il mantenimento di alti livelli di sicurezza.

La pressione sarà particolarmente forte sui CIO perché dovranno riuscire a ridurre i costi mentre creano sistemi IT più efficienti, veloci e avanzati. Questa potrebbe sembrare un’impresa ardua ma rappresenta in realtà un’occasione per i CIO di introdurre innovazioni tecnologiche radicali, come è successo durante la pandemia quando la tecnologia era posta sempre al centro delle risposte delle aziende alla crisi.

Il punto d’arrivo sarà l’eliminazione degli sprechi di tempo e di risorse, riducendo drasticamente sia il lavoro manuale che le fasi di processo. Ricorrere al supporto di CIO Interim esperti con capacità maturate in situazioni analoghe e competenze verticali sul settore di riferimento, può facilitare lo sviluppo e mettere l’azienda nella posizione di accelerare, una volta che il contesto economico tenda a migliorare.

Questa è un’ottima soluzione per garantire la sopravvivenza dell’impresa nel medio periodo, senza appesantire il conto economico con costi permanenti e aumentando il bagaglio di competenze dei manager interni che, dopo un periodo di affiancamento produttivo, riprenderanno in mano le redini del business con maggiori competenze e strumenti più avanzati.

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Cash is reality: perché il fatturato è vanità, il profitto è razionalità ma la liquidità è concretezza

Nel corso degli ultimi anni, all’interno degli orizzonti economico/patrimoniali e finanziari, le dinamiche dei flussi monetari hanno ottenuto finalmente una maggiore attenzione da parte del management, degli investitori e degli analisti.

 

Il cash flow, o flusso di cassa, è quindi la componente finanziaria più importante per un’azienda: la mancanza di liquidità può arrivare a mettere in pericolo la sua sopravvivenza, decretando il successo, la crisi, o addirittura la liquidazione delle sue attività – da qui, prende forma l’affermazione cash is reality. In questo articolo cerchiamo di capire le ragioni per cui la cassa sia un indicatore essenziale dell’attrattività e della salute di un’impresa.

La realtà del cash flow e la sua funzione

Il cash flow è l’indicatore che permette all’impresa di tenere sotto controllo l’andamento della liquidità, che è utilizzata per pagare i creditori; i dipendenti; acquistare materiali o attrezzature e molto altro. Monitorare il flusso di cassa è vitale: indica le variazioni positive o negative della liquidità dell’azienda che si verificano in un certo periodo di tempo. Altrettanto importante è dotarsi di strumenti che consentano l’elaborazione di previsioni di tesoreria.

 

Nonostante l’azienda possa essere in grado di generare ampi margini di profitto, non sono esclusi scenari di sofferenza di liquidità causati da un cash flow negativo: ottimizzare la gestione dei flussi di cassa è uno dei principali obiettivi a cui il Chief Financial Officer deve tendere nelle realtà in cui opera indipendentemente dalle dimensioni aziendali. 

 

Un CFO (o il professionista delegato a questo compito) deve essere in grado di stimare – come affermato poc’anzi – i flussi di cassa entro un certo periodo temporale: solo così sarà in grado di negoziare tempestivamente le eventuali coperture necessarie a coprire i deficit di liquidità; sarà di contro in grado di prevedere impieghi più remunerativi per la eventuale liquidità giacente sui conti correnti.

 

Lo scopo finale è quello di realizzare profitti e, allo stesso tempo, mantenere un cash flow positivo, fisiologico e strutturato. Solo facendo questo si potrà avere un’attività resistente nel tempo.

 

L’azienda che non pianifica con attenzione il cash flow può trovarsi, suo malgrado, in situazioni di tensione finanziaria che possono minacciare la sopravvivenza della stessa.

 

Come gestire al meglio il cash flow: i 5 punti chiave

 

Se la gestione aziendale deve puntare ad avere la giusta liquidità che gli permetta sia di pagare le proprie spese che di effettuare eventuali investimenti necessari per sostenere la crescita del business, è necessario che il CFO adotti una gestione efficace su più livelli:

 

  1. Individuare e tenere sotto controllo il risk management per prevenire possibili tensioni finanziarie, valutando l’impatto della stagionalità delle vendite e degli acquisti o l’incertezza economica legata agli investimenti compiuti in passato.

 

  1. Pianificare tutte le dilazioni a clienti e fornitori in modo che i flussi di incasso siano positivi e costanti nel tempo. È opportuno ipotizzare, nel calcolo del cash flow, una percentuale di insoluti, ovvero di incassi che con buona probabilità non avverranno: in questo modo, si potranno evitare brutte sorprese.

 

  1. Aggiornare periodicamente i dati del budget per garantire una stima più affidabile possibile del cash flow. Le previsioni di acquisti, vendite, investimenti in immobilizzazioni e operazioni finanziarie hanno impatti significativi sui flussi di cassa in un orizzonte temporale di breve termine

 

  1. Gestione oculata del capitale circolante netto. Valori non fisiologici degli elementi del capitale circolante netto possono determinare un drenaggio di liquidità ovvero una indisponibilità di risorse necessarie per la gestione corrente del business.

 

  1. Digitalizzare la gestione del cash flow. Integrare nel sistema gestionale software per ridurre o azzerare il rischio di liquidità; piattaforme e servizi di proiezione della tesoreria e del cash flow, offrono al CFO la capacità di ottimizzare la gestione finanziaria, contenendo gli oneri relativi. Con la gestione del cash flow divenuta sempre più strategica in tempi di incertezza, la tecnologia si dimostra ancora una volta un’alleata sui quali aziende e CFO possono fare affidamento. 

 

I mercati competitivi attuali sono sempre più sfidanti per cui  diventa indispensabile esaminare tutte le variabili per definire gli obiettivi da raggiungere. Per questo, sempre più spesso le PMI ricorrono al supporto di “interim” CFO, professionisti che, grazie alla loro esperienza maturata in situazioni analoghe, possono facilitare lo sviluppo di strategie vincenti in termini sia economici che finanziari.

 

Collaboro da tempo con TIM Management, una società che da più di 30 anni fornisce interim manager C-Level esperti: la soluzione “temporary” offre significativi vantaggi alle aziende in quanto – senza appesantire il conto economico con costi fissi – permette di incrementare il bagaglio di competenze dei manager interni che, dopo un periodo di affiancamento, riprenderanno in mano le redini del business.

 

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Buona lettura