Le competenze del CFO stanno evolvendo rapidamente, è tempo di adeguarsi

Il passo fondamentale per i CFO che vogliono affrontare con successo il futuro consiste nell'acquisire una visione, indipendente e basata sui dati.

Le competenze del CFO stanno evolvendo rapidamente, è tempo di adeguarsi

Il passo fondamentale per i CFO che vogliono affrontare con successo il futuro consiste nell’acquisire una visione, indipendente e basata sui dati, delle risorse, delle strutture di supporto e delle attività che contribuiscono alla creazione di valore in un’organizzazione aziendale.

 

Il numero delle aree funzionali che dipendono dal CFO è aumentato costantemente negli ultimi anni, passando da quattro nel 2016 a più di sei oggi: tra le aree più importanti da tenere sotto controllo, spicca la responsabilità dell’organizzazione della moderna funzione finanziaria.

Comprendere come il ruolo del CFO stia evolvendo, diventando sempre più strategico, è fondamentale. Non basta più limitarsi alle attività di back-office, ma è necessario avere una visione a 360 gradi dell’azienda, analizzando le risorse, le strutture di supporto e le attività che generano valore, e individuare le leve che possono creare un vantaggio competitivo.

Sulla base della ricerca di McKinsey.com sul profilo dei nuovi responsabili Finance, approfondiamo quelle che sono le sette attività chiave alle quali è necessario porre attenzione, senza perdere comunque di vista la creazione di valore a lungo termine. Sono attività imprescindibili per tutti quei CFO che vogliono portare innovazione nel ruolo.

 

1. Valutare l’entità della sfida

I team finanziari si stanno concentrando sempre di più sull’analisi previsionale e sull’utilizzo dei dati per supportare la pianificazione e i processi decisionali.

Il pensiero critico, a cui un CFO deve necessariamente fare riferimento, non si limita all’analisi profonda e accurata dei dati, ma deve saper affrontare i bias decisionali che possono portare all’inerzia dell’organizzazione. Costruire un’analisi (What-if) delle conseguenze che l’implementazione di un progetto potrebbe avere sulle prestazioni dell’azienda, e di come lo stesso potrebbe contribuire ad accelerare la crescita dell’azienda stessa, può fornire una visione più completa dell’impatto finanziario e di come i piani operativi saranno impattati.

Includere l’analisi dei dati finanziari, delle tendenze di mercato e dei modelli di consumo, al fine di identificare le opportunità e i rischi associati all’implementazione del progetto è solo l’inizio.

 

2. Adottare un atteggiamento strategico di medio termine

L’evoluzione è necessaria per rimanere competitivi sul mercato, ma spesso richiede decisioni difficili, come la scelta di investire in nuove tecnologie o la modifica delle catene di approvvigionamento. Tuttavia, le decisioni difficili diventano più semplici quando il CFO ha un piano definito e concreto per finanziare i cambiamenti.

È importante che il CFO stabilisca, insieme al management team, una direzione strategica chiara e ben definita, analizzando in maniera approfondita i profili di rischio e le performance attese, non solo nel breve termine ma anche nel lungo periodo.

Secondo la maggioranza degli investitori, la capacità di effettuare cambiamenti a lungo termine (oltre i tre anni) è ritenuta più importante del focus ossessivo sugli utili per azione. Spetta al CFO quindi, lavorare con il team di gestione per stabilire rapidamente una direzione strategica che sappia guardare oltre i trimestri immediati.

 

3. Dare spazio alle scommesse audaci nel portfolio aziendale

Per il CFO, è importante destinare alcune risorse verso iniziative ad alto rischio e alto potenziale di guadagno. Questo potrebbe comportare l’investimento in nuove tecnologie, l’ingresso in nuovi mercati o la ricerca di modelli di business innovativi.

Sebbene queste iniziative presentino una maggiore incertezza e un profilo di rischio più elevato, offrono anche il potenziale per una crescita significativa e per l’acquisizione di un vantaggio competitivo. I CFO che sono disposti a prendere rischi calcolati ed abbracciare il cambiamento sono più efficaci nella creazione di valore a lungo termine per la loro azienda; valutando le acquisizioni per far crescere l’azienda, entrando in nuovi mercati o separandosi da attività che non supportano più la strategia aziendale. Il loro motto può essere riassunto in: “grow or go”.

 

4. Comunicare e informare

La comunicazione di informazioni finanziarie e di business, in modo chiaro e conciso, agli altri membri del team di gestione, al consiglio di amministrazione, al top team e in particolare al CEO, è una delle responsabilità più delicate di un CFO.

Educare i colleghi sulle implicazioni finanziarie delle loro attività e funzioni è fondamentale ma non solo: condividere anche le brutte notizie con il CEO e il consiglio di amministrazione in anticipo è importante per ottenere il loro punto di vista su come affrontare al meglio i problemi in questione e fornire loro diverse opzioni e possibili percorsi futuri.

Quando le cose vanno bene, è essenziale anche aiutare tutti a capire cosa c’è dietro le prestazioni positive: è stata abilità, venti di coda dell’industria, le regole della contabilità o solo fortuna? Anche gli investitori hanno bisogno di comunicazioni chiare, non solo i numeri di alto livello, ma anche i dettagli e le dinamiche che guidano davvero il modello di business.

Gli investitori sofisticati dedicano considerevole tempo ed energia per capire il business. È estremamente importante aiutare gli investitori a creare un collegamento tra la strategia dell’azienda e le performance ottenute. I CFO che presentano in modo chiaro le “prestazioni rispetto alle promesse” costruiscono più credibilità di quelli che sorvolano sui problemi.

 

5. Sapere gestire il rischio aziendale in modo proattivo

Un CFO deve saper riconoscere gli elementi più a rischio della propria attività, a maggior ragione nei momenti di grande incertezza. Gestire efficacemente il rischio in modo proattivo per ridurre i costi, spesso in modo più rapido e profondo rispetto ad altri periodi, concentrandosi non solo sulla riduzione dei costi, ma anche sulla crescita dell’azienda, è sintomo di quell’importante flessibilità negli investimenti che porta a cercare opportunità di crescita anche durante i momenti difficili.

D’altro canto, mantenere l’attenzione sui costi anche in tempi di crescita, permette di avere sempre a disposizione risorse per gli investimenti futuri. La gestione dei costi operata in modo efficace in entrambe le fasi del ciclo economico contribuisce a mettere l’azienda in una posizione di vantaggio in ogni scenario economico.

 

6. Pensare strategicamente ai fattori ESG

Pensare strategicamente ai fattori ESG non significa solo saper valutare l’impatto ambientale e sociale dell’azienda, ma anche integrare queste considerazioni nella strategia aziendale e considerare i fattori ESG come opportunità di crescita.

Oltre l’80% dei C-level e dei professionisti dell’investimento prevede che i programmi ESG contribuiranno maggiormente al valore per gli azionisti nei prossimi cinque anni rispetto ad oggi.

Un approccio di business attento all’allocazione delle risorse o temi ESG può facilitare la crescita del fatturato, ridurre i costi, minimizzare le interferenze normative e legali, aumentare la produttività dei dipendenti e ottimizzare gli investimenti e le spese di capitale.

 

7. Lavorare insieme per il talento

La struttura organizzativa di un’azienda deve riflettere le esigenze della stessa: per raggiungere questo obiettivo è necessario investire nella gestione e nello sviluppo del talento all’interno dell’impresa, creando un ambiente di lavoro che promuova l’innovazione, l’agilità e la responsabilizzazione.

Il CFO collabora con i colleghi HR e il CEO, svolgendo un ruolo cruciale nel supportare la crescita e il successo dell’organizzazione, per sviluppare una strategia di talent management efficiente che includa l’identificazione delle aree di competenza chiave; la pianificazione della successione; la valutazione del potenziale dei dipendenti; lo sviluppo di programmi di formazione e sviluppo; la creazione di politiche e programmi di incentivazione.

L’obiettivo del CFO, insieme a tutta l’azienda, è quello di identificare individui e team che generano valore per il business, investendo nell’acquisizione e nella motivazione dei talenti.

 

 

TIM Management è in grado di fornire un supporto prezioso alle imprese nella definizione di queste strategie, garantendo il successo a lungo termine dell’azienda, grazie all’esperienza di interim CFO esperti, al passo coi tempi e con competenze verticali sui settori di riferimento.

Da più di 30 anni il servizio messo a disposizione è veloce, con contratti flessibili e costi che non appesantiscono il conto economico; l’inserimento di un C-Level Interim concorre ad aumentare il bagaglio di competenze e capacità dei manager interni che, dopo un periodo di affiancamento produttivo, riprenderanno con efficacia in mano le redini del business.

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Affidarsi ad un Interim Manager: consigli pratici sull’utilizzo del Temporary Management

La figura di un Interim Manager esperto può essere per le imprese il modo più efficace di affrontare le situazioni di crisi e cogliere nuove opportunità di sviluppo. Spesso però la necessità di aumentare le competenze dell’organizzazione si manifesta solo di fronte al bisogno di risolvere urgentemente situazioni critiche. 

Vediamo qual è l’approccio corretto per l’imprenditore e la sua azienda alla opportunità di reclutare un Interim Manager?

 

Il servizio di Temporary Management è caratterizzato da due elementi vincenti: essere un costo certo e non appesantire la struttura dei costi fissi nel medio-lungo periodo per l’azienda. Questi elementi sono strutturali a uno strumento che va usato con intelligenza e preparazione, se si vuole ottenere il massimo dall’operatività in azienda dell’Interim Manager.

L’attrattabilità legata alla flessibilità gestionale offerta dall’Interim Manager è alta, ma al contempo è strettamente legata alle sue corrette modalità di utilizzo, conoscenza che non sempre è presente nelle PMI.

La struttura delle aziende in Italia è composta per il 98% da aziende con meno di 49 dipendenti; solo il 0,1% ne ha più di 250. Il tessuto industriale italiano è quindi composto quasi totalmente di PMI di dimensione contenuta, la maggior parte delle quali padronali e a gestione famigliare. In questo quadro una buona parte degli imprenditori italiani faticano a dare spazio, fiducia e deleghe, a un Interim Manager: molto dipende dalla predisposizione e dal background dell’imprenditore, dal suo spirito aperto, innovativo e moderno, pronto ad avere in azienda una figura manageriale in grado di migliorare alcuni ruoli o settori specifici dell’attività.

 

Come costruire una interazione vincente tra Interim Manager e Azienda

Innanzitutto va sottolineato che è necessario fornire all’Interim Manager tutte le leve operative necessarie all’implementazione del piano concordato, e al raggiungimento dei relativi obiettivi, attraverso il riconoscimento reale delle deleghe e dei poteri funzionali alla realizzazione del progetto.

Nelle grandi aziende l’aspetto tecnico dell’incarico prevale su quello relazionale, mentre nelle PMI le componenti soft sono decisamente più significative: un imprenditore non è sempre propenso ad accettare senza resistenza una strategia che gli viene imposta dall’esterno. Ecco perciò alcuni consigli utili e pratici a un corretto approccio dell’imprenditore all’utilizzo del Temporary Management:

  • Riconoscere che gli scenari possono cambiare e che le proprie capacità e competenze potrebbero non essere più sufficienti per gestire processi complessi nei tempi ristretti imposti dalle dinamiche del mercato.
  • Non dimenticare la temporaneità dell’incarico di un Interim Manager. La temporaneità del rapporto è fondamentale per il sistema degli equilibri interni ma non è raro che, quando un incarico ha una durata concordata tra i 18 ed i 36 mesi, l’azienda possa “dimenticare” la precarietà dell’incarico al punto da considerare l’Interim Manager come un membro permanente della struttura.
  • Rimodellare tempestivamente i piani e gli obiettivi definiti, in caso di incarichi differenti o integrativi al piano iniziale, per evitare un’indiretta de-focalizzazione degli obiettivi di partenza o la mancata integrazione dei nuovi target nel business plan.
  • Riconoscere la leadership e l’autorevolezza del Interim Manager. Il personale dell’azienda deve essere preparato a riconoscere la pienezza e la legittimità delle deleghe agli Interim Manager, così che la probabilità di eventuali resistenze interne sia ridotta al minimo.
  • Essere coscienti che un Interim Manager non ha obiettivi di carriera: la sua presenza in azienda ha funzione strategica e porta le competenze in grado di attuare il cambiamento e il miglioramento delle performance aziendali. Il suo l’inserimento concorre ad aumentare il bagaglio di competenze e capacità dei manager interni che, dopo un periodo di affiancamento produttivo, saranno in grado di riprendere in mano con efficacia le redini del business.

L’intervento di un Interim Manager può avere l’obiettivo di gestire casi di crisi (57% con punte dell’80%), progetti specifici (65%, con punte dell’80% trasversale sulle varie classi dimensionali) e passaggio generazionale (47%), seguito dalle tematiche di internazionalizzazione (37%).

 

Il Temporary Management è tutta questione di fiducia

L’inizio del vero cambiamento in azienda avviene quando all’utilizzo dei servizi di Temporary Management si affianca la fiducia nella loro capacità di produrre risultati e migliorare l’organizzazione, e questo non solo quando si è costretti a intervenire in caso di crisi come avviene nel caso della perdita di un manager chiave.

Affidarsi a un manager a tempo può essere efficace anche quando l’azienda sembra essere in piena salute. Con l’obiettivo di migliorare ancora di più i risultati e ottenere una crescita più veloce, l’Interim Manager può rapidamente individuare criticità e opportunità su cui è necessario intervenire, analizzando le aree strategiche come la produzione, gli acquisti o la rete commerciale.

Lasciandogli il giusto spazio e credito, L’Interim Manager può agire come un vero e proprio mentore all’interno di un’azienda, intervenendo tempestivamente nella risoluzione dei problemi e non limitandosi a concentrare la sua attenzione solo sui risultati economici. Dopo aver identificato le aree critiche e gli obiettivi, l’Interim Manager inizia immediatamente a lavorare per ottenere i risultati desiderati.

In conclusione, sta all’imprenditore saper riporre piena fiducia nel Manager a Tempo e nei benefici che l’impresa trarrà dal suo inserimento; dev’essere consapevole della possibilità di ottenere un miglioramento delle performance nel medio periodo e di definire una strategia di sviluppo vincente, andando oltre la necessità risolvere uno specifico problema temporaneo. Così facendo si doterà di uno strumento utile per affrontare con successo ogni futura ulteriore necessità.

TIM Management è sempre pronta a offrire alle PMI il supporto di Manager Interim esperti che, grazie alla loro esperienza di uomini d’azienda, sviluppata in situazioni analoghe, e a competenze verticali sui settori di riferimento, possono facilitare l’implementazione di una strategia vincente e garantire la sopravvivenza dell’impresa nel medio-lungo periodo.

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