Il nostro team

La missione di TIM è quella di supportare le Aziende nelle fasi di sviluppo e/o di ristrutturazione, affiancandole nella gestione del cambiamento

Il futuro della sostenibilità aziendale: dalle iniziative ESG al valore reale.

Negli ultimi decenni, abbiamo assistito alla crescita dell’importanza della responsabilità sociale, fino a diventare un comune imperativo strategico per le imprese che oggi cercano quasi universalmente di bilanciare la ricerca del profitto con un impatto positivo sul pianeta e sulla società.

 

ESG è l’acronimo di “Environmental, Social, and Governance“, i tre fattori principali utilizzati dagli investitori per valutare le pratiche di sostenibilità e responsabilità di una società o di un’organizzazione.

Il primo comprende tutte le azioni volte a preservare il pianeta, riducendo l’impatto ambientale attraverso pratiche responsabili. Questo può includere riduzioni delle emissioni, gestione sostenibile delle risorse naturali e adozione di energie rinnovabili.

L’aspetto sociale si riferisce alla gestione delle relazioni con gli stakeholder, inclusi i dipendenti e altre parti interessate, promuovendo politiche che mirano al benessere sociale. Questo potrebbe tradursi in investimenti nella sicurezza sul lavoro, nell’istruzione dei dipendenti o nel supporto alle comunità locali attraverso iniziative di responsabilità sociale d’impresa.

Infine, la governance riguarda la struttura decisionale e la gestione responsabile dell’azienda, inclusi aspetti come la diversità nel consiglio di amministrazione, l’equità retributiva e la trasparenza delle operazioni.

 

I Vantaggi delle Iniziative ESG

L’integrazione nelle politiche aziendali di iniziative ESG comporta una serie di vantaggi sia tangibili che intangibili. Oltre all’obbligo morale di agire in modo responsabile, le organizzazioni che adottano un approccio ESG possono ottenere numerosi benefici che influenzano direttamente la loro reputazione, la loro stabilità finanziaria e la loro capacità di attrarre e trattenere talenti.

Miglioramenti operativi: si favorisce l’implementazione di processi più efficienti, che riducono i costi e aumentano l’efficienza complessiva. Questo può includere l’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse, la riduzione degli sprechi e l’adozione di tecnologie con minore impatto ambientale.

Riduzione dei rischi: l’attenzione alla sostenibilità aiuta a identificare e mitigare i rischi legati a cambiamenti normativi, reputazionali e ambientali. Avere politiche e pratiche robuste in materia di ESG può proteggere da multe, sanzioni e perdite di reputazione associate a violazioni normative o comportamenti non etici.

Capacità di attrarre talenti: essere all’avanguardia in questi ambiti può aumentare l’attrattività dell’azienda per i professionisti, soprattutto tra i più giovani che considerano la responsabilità sociale un fattore importante nella scelta del datore di lavoro; favorendo l’inserimento in organico di dipendenti brillanti, motivati e impegnati, che possono contribuire al successo dell’organizzazione nel lungo termine.

Reputazione e branding: l’impegno attivo in iniziative ESG permette di costruire una reputazione solida e di distinguersi dai concorrenti attraverso un branding basato su valori condivisi. Una forte reputazione aziendale basata su pratiche sostenibili può aumentare la fiducia dei consumatori, dei clienti, degli investitori e degli altri stakeholder, contribuendo alla longevità e al successo nel lungo periodo.

Accesso ai mercati finanziari: come detto in apertura, gli investitori, sempre più attenti ai criteri ESG, possono rivelarsi più inclini a investire in società che dimostrano un impegno chiaro verso la sostenibilità e la responsabilità sociale.

Una recente ricerca di McKinsey ha evidenziato il ruolo cruciale della chiarezza nella formulazione della proposta di valore ESG. Aspirazioni o metriche banalmente elencate su una pagina, senza contesto, non sono sufficienti per collegare le iniziative agli investimenti e agli obiettivi concreti. Fornire dettagli chiari sulle attività, i progressi compiuti e gli obiettivi futuri porta a creare un clima di fiducia tra gli investitori. Circa l’85% di questi ultimi afferma che i criteri ESG sono un driver importante nelle loro decisioni di finanziamento, mentre circa l’80% valuta come i fattori ESG influenzano i flussi di cassa previsti delle società. Tuttavia, è emerso anche che le attuali comunicazioni sull’ESG da parte delle organizzazioni presentano significative carenze. Sono necessari metodi più chiari per misurare il valore nel lungo termine e maggiore certezza sulle regolamentazioni.

La mancanza di un collegamento chiaro tra sostenibilità e strategia può rendere difficile per gli investitori comprendere come le iniziative dell’azienda influenzano le performance finanziarie e, crucialmente, il valore intrinseco.

Uno step importante per raggiungere una maggiore chiarezza è la comprensione delle differenze settoriali nel formulare le priorità ESG. Per le imprese nei settori industriali ed energetici, ad esempio, gli investitori privilegeranno la dimensione ambientale. Per l’ambito tecnologico, farmaceutico, della logistica e delle infrastrutture, le iniziative sociali saranno invece le più importanti. Per quelle nei settori finanziario e assicurativo, infine, troveremo le preoccupazioni di governance al primo posto.

Mentre si comunicano e si valutano le iniziative ESG bisognerebbe essere coscienti che il pubblico target di investitori è sofisticato, orientato al lungo termine e costantemente concentrato sul vantaggio competitivo sostenibile.

I CEO e i CFO devono adottare una strategia di comunicazione efficace, che sia in primo luogo trasparente, evitando greenwashing o dichiarazioni ambigue. Per includere l’ESG nelle strategie d’impresa e nelle comunicazioni, è fondamentale dimostrare di comprendere appieno le dinamiche di mercato e spiegare in modo chiaro le azioni intraprese dall’azienda. E’ sempre essenziale fornire una prospettiva dettagliata sulle azioni future: si punterà su una transizione completa verso fonti energetiche sostenibili come l’idrogeno e l’elettricità nelle raffinerie, oppure si opterà per una gamma più ampia di opzioni, magari investendo in iniziative più piccole o valutando partnership tramite joint venture?

Affinché il legame tra approccio ESG e creazione di valore sia credibile, la comunicazione non può limitarsi a una semplice lista di iniziative con una visione idealistica. Al contrario, le società devono essere in grado di spiegare agli investitori, in modo ragionevolmente dettagliato, perché hanno scelto di perseguire determinate iniziative e come queste genereranno valore in termini che possono comprendere. In altre parole, devono chiarire come influenzeranno positivamente o manterranno stabili i flussi di cassa, il rendimento del capitale, i margini e come mitigheranno i rischi e influenzeranno la crescita del fatturato. In sintesi, CEO e  CFO dovrebbero essere in grado di fornire dati chiati e concreti che dimostrino che la loro azienda può rendere “vincente” la propria strategia ESG. 

In conclusione, i top manager sono chiamati sempre più di frequente a inserire elementi legati  alla responsabilità ambientale e sociale nelle loro strategie aziendali, ma anche a comunicare le strategie ESG in modo chiaro ed efficace. Le iniziative ESG non sono solo una risposta alle esigenze attuali, ma un investimento nel successo a lungo termine dell’azienda.

TIM Management si propone come un partner strategico per le aziende che cercano di abbracciare il futuro sostenibile con determinazione e successo, grazie a una rete di interim manager esperti nel settore ESG, in grado di guidare la transizione verso questi obiettivi sfidanti. 

Contattaci per costruire una strategia aziendale vincente ed efficace.

 

 

GET: Green Environmental Technologies, scienza e ricerca per l’energia

“L’energia non si crea, e non si distrugge ma semplicemente si trasforma in un’altra forma di energia” ce lo dice la prima legge della termodinamica, anche detta legge di conservazione dell’energia, e significa che, in un sistema chiuso, il totale dell’energia rimane costante, anche se l’energia può essere convertita da una forma all’altra.

GET Green Environmental Technologies GmbH è una NewCo costituita in Svizzera da sei ingegneri e imprenditori che operano nel campo della produzione di energia e che si sono dedicati a ottimizzare il più possibile questo processo di conversione energetica e a renderlo accessibile al mercato in termini di costo, fattibilità e affidabilità.
I mercati di riferimento nei quali opera la NewCo sono l’energetico, l’industriale e l’agricolo.

La lunga esperienza professionale dei fondatori, quasi duecento anni se sommiamo tutte le esperienze di lavoro dei membri del gruppo, consente a GET di poter contare su di un bagaglio unico di esperienze e competenze nella progettazione di componenti chiave e nel project management, unito a una profonda conoscenza del mercato e della rete e alla capacità di gestire progetti e organizzazioni complessi, multidisciplinari e multiculturali.

Dopo anni di collaborazione, di reciproco riconoscimento e stima professionale, il team di GET ha messo a fattor comune una serie di interessanti progetti che hanno raggiunto la fase di implementazione e si preparano all’ingresso sul mercato, questi progetti sono:

Ciclo Brayton o Rankine inorganico CO2 ad alta pressione HP-CBC o CRC℗

GET, insieme a GLOBALTHERM, brevetterà un nuovo ciclo Brayton e Rankine inorganico, funzionante con CO2. Il ciclo CO2 ad alta pressione è una variante del tradizionale ciclo termodinamico ad acqua o organico e utilizza la CO2 come fluido di lavoro. Si differenzia dal ciclo tradizionale in quanto utilizza l’espansione del gas CO2 come una turbina a gas per generare elettricità.

L’utilizzo dell’espansore a turbina a gas consente di aumentare l’efficienza termodinamica del ciclo e di ridurre di dieci volte la taglia della turbina necessaria. Inoltre, l’utilizzo di un turboespansore a gas consente di ridurre i costi di investimento e le dimensioni fisiche dell’impianto rispetto al ciclo tradizionale.

ETS (Energy Thermal Storage)

Si tratta di un sistema in grado di immagazzinare l’energia termica prodotta dalle centrali solari, per sua natura soggetta a discontinuità nella produzione, e renderla disponibile per il sistema, in un flusso altamente efficiente e costante. Il sistema consiste in una batteria termica in grado di immagazzinare per il tempo necessario l’energia termica e renderla disponibile in continuo per l’impianto di cogenerazione a valle.

La collaborazione con ENEA, che risale al 2018, ha consentito agli ingegneri di GET di utilizzare un brevetto ENEA, sviluppato per aumentare l’efficienza e l’accumulo termico nelle centrali solari a specchio, per sviluppare una batteria termica in grado di accumulare e cedere l’energia termica con un’alta efficienza, garantendo una portata costante agli impianti di generazione termoelettrica. Lo scambiatore di calore brevettato funziona con i ‘Sali fusi’, una tecnologia in grado di raggiungere capacità di accumulo fino a 640 gradi centigradi e di mantenere questa energia per lunghi periodi, con perdite trascurabili.

Questi due sistemi sono progettati per impianti di cogenerazione e termovalorizzazione, recupero energetico per processi industriali che generano elevate quantità di calore (come i settori dell’industria siderurgica, ceramica, del vetro, dell’alluminio o del cemento) e infine sono adatti ad alimentare impianti agroalimentari e impianti di riciclaggio a chilometro zero, con riciclo dei rifiuti in modalità tri generazione, ovvero produzione di energia elettrica, termica e frigorifera.

Un esempio concreto riguarda la produzione di acciaio da Forno Elettrico (EAF). In questi cicli di produzione che generalmente durano 40 minuti, vengono eseguite almeno due se non tre cariche di rottame, in questo periodo di carica il processo di fusione e quindi di emissione termica viene interrotto. Abbiamo quindi che nel sistema di evacuazione dei fumi la temperatura varia da poche decine di gradi centigradi a picchi che possono raggiungere i 1.400 ° C. Da qui la necessità di possedere la tecnologia e le soluzioni tecniche per costruire uno scambiatore che riesca ad essere efficiente e funzionare con queste variazioni, lo scambiatore naturalmente utilizza come fluido termodinamico i Sali fusi in composizione e percentuali adeguate a formare un mix specificatamente pensato per quel particolare ciclo. A questo punto si possono immagazzinare i Sali nella batteria termica che funziona da vero e proprio integratore, rendendo disponibile il fluido vettore a temperatura costante ed in maniera continua per il processo di generazione a valle che potrebbe essere un WRC, un ORC o addirittura il nostro ciclo a fluido inorganico CBC o CRC. Qui sotto uno schema semplificato del sistema:

 

 

Eseguendo simulazioni con un ciclo CBC e dopo avere eseguito misure adeguate nei punti di presa si perviene a risultati che sono molto promettenti; infatti, con un forno da 200 Tonnellate che ha un consumo di energia elettrica di 54MWhe in 40 min. , che è il tempo di fusione detto Tap to Tap, si perviene al risultato unico in queste applicazioni, di recuperare e generare indietro nel processo, o reimmettendola in rete, circa il 15% dell’energia elettrica immessa, che vuole dire 8MWhe e quindi una potenza installata sull’impianto di cogenerazione di 12MWe. Se consideriamo i costi di investimento per una tecnologia di questo genere, che sono intorno ai 45 – 48 Mil €, in funzione della complessità del lay-out di impianto, partendo dal green field per una fornitura chiavi in mano, si possono ipotizzare dai 4 ai 5 anni di ROI per un impianto che ha una vita operativa di 25 – 30 anni. I conti sono stati fatti facendo delle proiezioni future molto ottimistiche sul PUN, prezzo € al MWh stabilito dal GME (Gestore dei Mercati Energetici) italiano.

La partecipazione di una ESCO nella gestione del sistema sia come conduzione che come manutenzione utilizzando una formula di finanziamento totale del progetto potrebbe rendere all’utente finale l’operazione molto più appetibile sia da un punto di vista finanziario che gestionale.

Esempi di questo genere se ne potrebbero fare parecchi in tutti i settori citati, concludiamo dicendo che il cliente finale, oltre ad avere un ritorno sostanziale nell’abbattimento dei costi di produzione ottiene anche un prestigioso ritorno di immagine e di qualificazione che gli permette di ottenere ulteriori finanziamenti agevolati, risultando completamente in compliance con i parametri di crescita sostenibile identificati dalla UE. Qui sotto un grafico che mostra il funzionamento da integratore di sistema della batteria termica sull’esempio di ciclo discontinuo citato:

 

 

GET ha scelto la Svizzera per la sua sede e sta per lanciare sulla borsa di Zurigo un prestito flessibile, con una durata di quattro anni e un tasso di interesse annuo dell’8%, rivolto a trader professionisti e utilizzabile anche come strumento commerciale per pagamenti e contratti.

La ricetta di GET, fatta di know-how specializzato, conoscenza del mercato, soluzioni tecniche innovative, esperienza di gestione e supporto finanziario internazionale, è destinata a trovare spazio nel mercato europeo e, nel prossimo futuro, anche globale.

Per maggiori informazioni non esitate a scrivere a Filippo Tagliabue per mail o LinkedIn.

La crisi energetica persiste. Quali le opportunità per le imprese europee?

La trasformazione industriale sostenibile è necessaria e la crisi energetica rappresenta senza dubbio una sfida per le imprese a livello europeo (se non a livello globale); una sfida che richiede una soluzione a lungo termine. E come sempre, dietro ogni sfida si nasconde un’opportunità: quella di accelerare la transizione verso fonti di energia pulita e verso un business più sostenibile, ovvero che punti alla salvaguardia del pianeta ma senza trascurare quella dell’azienda stessa.

 

Non ci vorrà molto prima di vedere gli effetti che la crisi energetica avrà sull’Europa: sarà ricordata come un catalizzatore per la trasformazione o come una grande mancata opportunità per aziende ed imprenditori? Quello che è certo, è che la risposta avrà enormi implicazioni per tutta l’economia industriale europea.

Le conseguenze del conflitto Russia-Ucraina, iniziato nel febbraio del 2022, e la conseguente riduzione delle forniture di gas all’Europa hanno generato non poche preoccupazioni. Preoccupazioni diffuse sia a livello governativo che industriale. Questa situazione ha causato interferenze nel mercato del gas, con i prezzi all’ingrosso che hanno raggiunto livelli estremamente elevati. In particolare, in Germania, i prezzi sono aumentati fino a 22 volte rispetto ai livelli del 2019, mentre in alcuni altri paesi europei hanno superato i 15 volte.

Diretti interessati, analisti, ma anche semplici osservatori, hanno espresso preoccupazione per il possibile razionamento, i blackout e le conseguenze negative sull’economia.

Un’azione rapida ed efficace da parte dei governi dei singoli paesi e delle aziende dei comparti più a rischio (e va detto, anche le favorevoli condizioni meteorologiche), hanno evitato una catastrofe; l’economia europea ha superato le previsioni per il 2022, con un reale aumento del PIL dell’1,9% in Germania e di un ottimo +3,9% in Italia, rispetto all’anno precedente. Sarebbe un errore gravissimo, tuttavia, pensare che le aziende, specialmente nei settori più esposti, possano continuare ad avere successo – o anche semplicemente mantenere la performance attuale – grazie agli strumenti utilizzati finora e senza affrontare le sfide strutturali che il sistema energetico europeo (e globale) sta ponendo.

 

“La trasformazione ecologica non è solo una semplice opportunità di crescita, ma una necessità strategica imprescindibile per le aziende che vogliono continuare a competere efficacemente sul mercato europeo.”

 

Facciamo un esempio: la transizione dalle forniture di gas russo economico alle più costose importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) rivela la debolezza del sistema energetico europeo. Inoltre, l’Europa rimane dipendente da singoli fornitori per il 50% delle risorse essenziali, come i minerali delle terre rare e molti prodotti finiti. La sfida di ridurre le emissioni di CO2 del 55% entro il 2030 rimane una priorità urgente.

Si presenta così l’occasione di un cambiamento strutturale che possa affrontare con successo le sfide del sistema energetico europeo e renda l’economia competitiva per il futuro. L’industria deve continuare ad ottimizzare l’uso e l’approvvigionamento di energia, ma questo non risolverà i problemi strutturali che l’Europa e le aziende europee hanno sul fronte energia.

Le industrie, insieme ai governi nazionali e alle istituzioni europee, devono lavorare per trovare soluzioni innovative a lungo termine, utilizzando mercati e tecnologie sostenibili per affrontare l’offerta energetica e l’impatto delle emissioni di carbonio nell’atmosfera: il cambiamento climatico sta avendo conseguenze significative (ormai note) sulle aziende, dall’aumento dei costi di produzione, alle difficoltà sulle catene di approvvigionamento, fino all’aumento dei vincoli posti dalle norme ambientali più rigide che hanno l’obiettivo di mitigare gli effetti della crisi climatica. E’ facile prevedere anche un aumento dei costi di conformità per le aziende che non rispettano tali norme.

Pur non essendo la maggior responsabile delle emissioni globali di gas a effetto serra, l’Europa riveste un ruolo culturalmente importante che potrebbe metterla nella posizione di guida e riferimento per scelte di campo fondamentali e, di conseguenza, essere in grado di attivare e coinvolgere anche altre nazioni più riluttanti. In primis Stati Uniti e Cina, che rappresentano rispettivamente il 12,5% e il 33% di emissioni a livello globale (Fonte: CO2 emissions of all world countries, 2022 Report).

La maggior parte delle nuove tecnologie richiede certamente dei costi d’investimento iniziali maggiori – rispetto ai combustibili fossili – ma le nuove tecnologie garantiscono una maggiore stabilità nel business (i.e. rendendo indipendenti forniture e approvvigionamento da paesi, spesso politicamente instabili, che estraggono i combustibili fossili) ammortizzando la spesa nel lungo periodo. Dal punto di vista della competitività aziendale (in particolare considerando le opportunità di sviluppo in Europa, USA e Cina di eolico, solare e idrogeno verde), queste soluzioni offrono l’opportunità di una crescita economica esponenziale, grazie all’introduzione di tecnologie sempre più avanzate in grado di risolvere le problematiche dell’energia green, come ad esempio la produzione intermittente e la difficoltà di stoccaggio.

L’attuale situazione energetica presenta una sfida senza precedenti. L’industria europea però ha già dimostrato la sua resilienza in passato, superando tempeste come la crisi finanziaria del 2008 e la pandemia di Covid-19. Una trasformazione “green” può rendere una potenziale catastrofe un’opportunità. Pertanto, l’azione è essenziale per garantire un futuro sostenibile ed economicamente competitivo per l’Europa.

 

La scommessa delle imprese europee: conquistare i mercati verdi in 6 fasi

Per essere competitive nei mercati a impatto zero, le aziende europee devono agire con decisione e coraggio. Sebbene l’energia sia alla base dell’economia (se fluttua il costo dell’energia, a effetto domino, i costi di produzione di tutti i beni variano), le imprese non possono permettersi di restare in attesa, ma è necessario che diventino protagoniste e motori del cambiamento, accelerando le proprie trasformazioni a impatto zero e sviluppando un portafoglio di prodotti sostenibili, destinati sia ai consumatori che alle altre imprese.

La buona notizia è che, secondo i risultati di un’indagine compiuta da Boston Consulting Group, la maggioranza delle aziende sta già dando elevata priorità alle soluzioni ecologiche. Ciò nonostante, per ottenere successo in questo settore emergente, è importante che le aziende (e i loro CEO) abbraccino una visione lungimirante e facciano della sostenibilità il fulcro delle proprie strategie di business.

A questo proposito, prendendo spunto dalla roadmap delineata da BCG e dal World Economic Forum vediamo com’è possibile ‘commercializzare’ la sostenibilità in sei fasi:

1. Capire la domanda futura e, in particolare,  la disponibilità dei propri target di riferimento a pagare di più per prodotti sostenibili; presupposto di base per progettare e commercializzare con successo un portafoglio di prodotti che abbiano un impatto positivo sull’ambiente e siano sostenibili a lungo termine.

2. Offrire ai consumatori un’alternativa sostenibile e consapevole ai prodotti convenzionali. È importante che le aziende si concentrino sull’identificazione della proposta di valore dei prodotti, riducendo le emissioni di carbonio. Questo significa trovare modi per ridurre l’impatto ambientale dei propri prodotti in tutto il loro ciclo di vita; dalla produzione alla distribuzione fino all’uso finale e allo smaltimento. Questa attenzione non solo diminuisce l’impatto ambientale, ma aumenta la fiducia e il valore del marchio nel cuore dei consumatori informati. La sostenibilità diventa così un vantaggio competitivo importante e una speranza di un futuro migliore per tutti noi.

 

“Le aziende di successo saranno quelle che investiranno in tecnologie pulite, promuovendo la sostenibilità attraverso tutta la loro supply chain e facendo leva su trasparenza e comunicazione aperta con i clienti, valutando in modo oggettivo e misurabile l’impronta di carbonio dei propri prodotti.”

 

3. Puntare sui clienti innovatori per avere successo nel mercato emergente delle soluzioni sostenibili. In diversi settori, la carenza di materie prime non fossili è una sfida importante per i clienti finali, ad esempio per l’acciaio “veramente” non fossile, che al momento è disponibile soltanto da un impianto sperimentale in Svezia. Anche i prodotti chimici e plastici non fossili sono ancora una nicchia di mercato, così come i progetti di decarbonizzazione dei produttori di cemento. Per motivare i clienti a investire in queste nuove soluzioni, le aziende dovranno stringere partnership strategiche con loro, coinvolgendo le intere filiere.

4. Adottare una strategia di prezzi-green. Le aziende saranno in grado di mantenere un equilibrio economico se riusciranno a produrre beni a bassa emissione di carbonio a un costo in linea con il prezzo di mercato e la loro marginalità attesa. Ma questo oggi non è sempre possibile quindi alcune aziende scelgono di scommettere sulle nuove tecnologie e fissare prezzi più elevati rispetto al mercato. In alternativa le aziende stanno esplorando modelli di business innovativi per ridurre l’impatto ambientale dei loro prodotti come ad esempio abbonamenti e modelli pay per use, che stanno guadagnando sempre più consensi tra i consumatori.

5. Formare partnership con fornitori, clienti, concorrenti e regolatori. Le aziende che lavorano a monte della filiera, per avere successo, dovranno ottenere il sostegno e la collaborazione dei loro clienti e degli altri attori del mercato. In alcuni settori, in cui la scarsità di offerta potrebbe diventare un ostacolo, i clienti a valle potrebbero essere pronti ad investire nella filiera per poter offrire prodotti a impatto zero. In questo modo sarà possibile lanciare sul mercato prodotti sostenibili con maggiore rapidità ed efficienza.

6. Intraprendere un percorso di trasformazione radicale all’interno della propria organizzazione. Non si tratta solo di definire una nuova strategia commerciale, ma di effettuare un vero e proprio cambio di mentalità a tutti i livelli dell’azienda. Questo richiederà l’acquisizione di nuove competenze, la definizione di nuovi incentivi, nonché la promozione di una collaborazione interna tra le diverse aree aziendali. Solo in questo modo le imprese saranno in grado di rimanere al passo con la concorrenza e cogliere le opportunità offerte dal mercato in evoluzione.

 

In questo quadro, i responsabili delle politiche europee, sia a livello nazionale che dell’UE, devono fare tutto il possibile per sostenere gli sforzi di trasformazione dell’industria poiché la creazione di mercati green richiederà requisiti di trasparenza ancora più rigorosi.

La celebre frase di Winston Churchill, “Non sprecate mai una buona crisi”, sembra adattarsi perfettamente alla situazione attuale dell’Europa, che si trova a fronteggiare una serie di sfide epocali. Nonostante i conflitti che imperversano ai suoi confini e la concorrenza sempre più agguerrita nel panorama industriale, sia le aziende che i governi europei hanno l’opportunità – e la responsabilità – di attuare una trasformazione radicale che garantisca la prosperità a lungo termine.

Nell’ambiente aziendale il lato positivo della trasformazione è la creazione di nuove opportunità di differenziarsi e superare la concorrenza. Per farlo, ovviamente, i CEO devono guidare il cambiamento e concentrarsi sulle giuste priorità.

L’inserimento di un Interim Manager C-Level esperto, può fare la differenza per le aziende che si trovano a dover affrontare un periodo di trasformazione. Grazie alla loro vasta esperienza e conoscenza dei settori specifici, questi professionisti con la loro esperienza e le competenze specifiche, possono aiutare le aziende a capitalizzare le opportunità che derivano dal cambiamento, posizionandole per il successo e la redditività a lungo termine.

TIM Management fornisce alle imprese i servizi di C-Level interim altamente qualificati, in grado di facilitare l’implementazione di strategie vincenti e garantire il successo dell’azienda a medio e lungo termine, contribuendo a rafforzare le competenze manageriali e di leadership del consiglio di amministrazione e dell’organizzazione nel loro insieme.

Contattaci per garantire alla tua azienda il valore di una buona gestione della trasformazione.

Finanza sostenibile: quali sfide per le imprese

Il tema della sostenibilità è un tema sempre più ricorrente all’interno delle aziende.

Adattare il proprio business model ad un mondo sostenibile è una vera e propria

sfida per molte imprese.

 

Per la prima volta dopo secoli, il focus di un’organizzazione non è meramente quello

di portare benefici economici, ma anche quello di tenere in considerazione le

problematiche sociali ed ambientali, impattando positivamente l’ecosistema che le

circonda.

 

In un contesto economico dove i consumatori e gli investitori sono sempre più attenti

ai temi della sostenibilità ambientale e sociale, la responsabilità sociale d’impresa

assume un ruolo fondamentale per poter competere nel mercato presente.

 

Data l’importanza di questa tematica, in molte aziende si sta introducendo la figura

del Sustainability manager, il “manager della sostenibilità” per inserire nel piano

strategico aziendale gli obiettivi relativi alla sostenibilità ed avere una figura preposta

a monitorare performance e avanzamenti in campo ESG (Enviromental, Social,

Governence).

 

Le grandi sfide ambientali e sociali sono diventate di importanza fondamentale per

tutte le aziende globali e a livello europeo i nuovi piani di investimento comunitari,

hanno promosso incrementalmente la sostenibilità e un’economia climatica neutra.

 

Nello specifico nell’ambito della finanza sostenibile, un tema delicato che indirizza le

decisioni di investimento sono gli obiettivi ESG, che obbligano di fatto molte aziende

ad evolversi e a tarare le proprie politiche e i propri comportamenti, in conformità con tali

obiettivi.

 

 

  • Environmental: la crescita deve essere sostenibile sul piano ambientale,

considerando i rischi legati ai cambiamenti climatici e quindi attenta alla

riduzione delle emissioni di Co2, all’efficientamento energetico, l’azienda

porre la massima attenzione allo spreco di acqua e ad altre pratiche che

mettono a repentaglio le risorse naturali, come ad esempio la deforestazione.

  • Social: miglioramento dell’ambiente di lavoro sotto diversi aspetti:

○ perseguire politiche e comportamenti inclusivi per tutti i tipi di diversità,

di sesso, di età, di abilità;

○ miglioramento delle condizioni di sicurezza sul lavoro;

○ porre la massima attenzione al rispetto dei diritti umani;

○ miglior relazione con i sindacati;

○ in sintesi, un’assunzione di responsabilità sociale a 360 gradi.

  • Governance: a livello di governance societaria si richiedono etica e la

massima trasparenza da parte dei vertici. Diventa fondamentale

implementare politiche di diversità e inclusione nella composizione dei CdA, e

garantire la presenza di piani ed obiettivi di sostenibilità, legati alla

remunerazione del board.

 

Perché la sostenibilità è importante per gli investitori?

La sostenibilità è un tema rilevante per gli investitori perché il riscaldamento globale

e il cambiamento climatico rappresentano dei rischi considerevoli all’interno dei

portafogli di investimenti.

 

Stiamo attraversando un momento di transizione da un’economia alimentata da fonti

poco sostenibili ad un’economia futura a basse emissioni di carbonio. Nuovi modelli

di business rispettosi del clima e dell’ambiente esistono, ma rappresentano ad oggi

la minoranza delle società nelle quali poter investire.

 

Il mercato ad oggi è composto prevalentemente da aziende nate quando il

riscaldamento globale non era un problema comune dibattuto, che però devono ora

necessariamente adattarsi alle nuove esigenze dei consumatori e degli investitori.

 

Come capire quali realtà stanno realmente affrontando il cambiamento mutando le

loro fondamenta verso un approccio realmente più sostenibile e quali invece si

stanno adattando superficialmente, mutando semplicemente la propria facciata?

 

Il ruolo dei rating ESG

La crescente importanza dei temi relativi alla sostenibilità per chi investe o per chi

concede un credito ha creato la necessità di misurare la performance delle imprese,

anche in termini dei parametri ESG.

 

Come gli Score (algoritmi statistici) e i Rating creditizi (valutazione del merito

creditizio da parte degli analisti) misurano l’affidabilità di un’impresa e la sua

situazione di indebitamento, gli Score e i Rating ESG sono da poco stati introdotti

per valutare il grado di sostenibilità di un’impresa, nei tre ambiti: ambientale, sociale

e di governance. Si differenziano però da quelli creditizi perché in questo caso

praticamente non esistono misure oggettive riconosciute pubblicamente.

 

Nel caso degli Score e dei Rating Creditizi ESG si tratta di considerare un ampio

ventaglio di variabili, sia quantitative che qualitative. Mancano però delle

regolamentazioni ed un’autorità, come in Europa ad esempio esiste L’ESMA

(autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati), che autorizza le agenzie di

Rating ad emettere le valutazioni.

 

Per far fronte a questa mancanza, le agenzie di rating, a livello quantitativo, valutano

la sostenibilità in base alle performance dell’impresa analizzando i dati pubblici

disponibili. La parte di analisi qualitativa invece prevede la raccolta di dati ed

informazioni tramite questionari sui tre ambiti ESG.

 

Perché per un’impresa misurare la sostenibilità è un’azione strategica?

Per poter aumentare la propria attrattività verso gli investitori, molte aziende

dovrebbero attivarsi proattivamente:

 

  • Introdurre modelli di governance aziendale più trasparenti e aperti agli

investitori.

  • Monitorare quantitativamente gli impatti ambientali, fornendo più

frequentemente informazioni oggettive sull’attività aziendale.

  • Evidenziare qual è l’impatto sociale ed economico dell’azienda sul territorio.
  • Includere nei piani finanziari KPI’s relativi alla sostenibilità e legare a questi

ultimi una parte del bonus del top management.

 

Poter disporre di un rating ESG per un’azienda riserva considerevoli vantaggi sotto

vari punti di vista.

 

Innanzitutto, si ha una vera e propria misurazione della performance nel

campo della sostenibilità. Questo garantisce all’azienda un tracciamento dello

storico della propria sostenibilità, di fondamentale importanza per le analisi

future.

Un altro vantaggio è rappresentato indubbiamente dal posizionamento

aziendale sul mercato. Essere sostenibili è oggi una leva commerciale non

indifferente, che va anche a impattare positivamente sulla reputazione

aziendale.

Altri vantaggi sono rappresentati dall’incremento delle opportunità di

raccogliere investimenti, oltre al miglioramento delle opportunità e dei costi di

finanziamento.

 

Per potersi differenziare dai competitor e implementare delle politiche strategiche

ESG efficaci bisogna affidarsi a manager competenti. La sostenibilità non è un trend

del momento o una moda passeggera, è un tema sempre più attuale, pronto a

restare.

 

La spinta della transizione energetica sta cambiando il paradigma strutturale

all’interno delle aziende. Le aziende devono necessariamente ridurre la propria

 

impronta ecologica, posizionandosi non solo come organizzazioni artefici di profitti,

ma anche come enti sociali destinati a creare sempre più valore a livello sociale

condiviso.

 

Per questo bisogna essere pronti ed avere a disposizione strumenti adeguati. TIM

Management può offrire manager ad interim che si occupano proprio di questo per

aiutare la tua realtà ad affrontare al meglio questa transizione positiva.

Nasce SMS – Scuola per Manager Sostenibili

Ne parliamo con il fondatore Fabrizio Favini

La sostenibilità è un tema epocale, perché ha a che fare con il passaggio da un sistema economico che presuppone la disponibilità illimitata di risorse – materie prime, terra da coltivare, spazio per costruire, mercati, consumatori, manodopera, aria, acqua – ad un altro sistema economico consapevole che queste risorse sono invece disponibili in quantità limitata.

Partiamo da un dato di fatto: la maggioranza delle aziende spreca più capacità umane di quelle che riesce a mettere a frutto. La stragrande maggioranza dei Collaboratori svolge compiti che non richiedono creatività, iniziativa, intelligenza critica, entusiasmo.

Tutto ciò costituisce un enorme spreco di potenzialità, attitudini e motivazione poiché i Collaboratori non si sentono né liberi di contribuire al successo dell’Azienda né padroni di realizzare con passione la propria soddisfazione.

La sostenibilità: un nuovo modello per tornare a crescere 

Per questi motivi è necessario, prima di ogni altra cosa, liberare la creatività sepolta all’interno delle aziende, sviluppare e infondere fiducia, stimolare il coraggio per il nuovo, vivere i cambiamenti senza più subirli, ridurre le distanze tra le persone, alimentare la soddisfazione.

Sono i valori alla base del modello dello sviluppo sostenibile che non possono più essere considerati estranei all’Impresa bensì devono diventare parti integranti del suo modello di business.

Orientare l’Azienda alla sostenibilità – sociale, economica, ambientale – è diventata un’esigenza inderogabile quanto impellente.

 Pertanto è necessario e urgente

  • adottare ed applicare un nuovo concetto di crescita, sia aziendale che individuale, che metta in armoniosa sintonia tutti quei valori che finora gli Azionisti non hanno preso in considerazione;
  • seguire la strada della ricomposizione, valorizzando la singolarità contributiva di ciascuno, per collegare un mondo iper frammentato, pieno di paradossi, contraddizioni, diseguaglianze, muri, esclusioni;
  • adottare  un differente spirito imprenditoriale che sappia  coinvolgere e creare benessere per tutti i Portatori di interesse, direttamente o indirettamente coinvolti ed impegnati nel successo dell’Azienda; 
  • operare una trasformazione da capitalismo finanziario a capitalismo più responsabile e sostenibile che riduca gli squilibri economici e sociali preservando l’ecosistema ambientale.

Questi obiettivi, altamente sfidanti, fanno chiaramente intendere come sia molto difficile mettere a fuoco un cambiamento di così ampia portata in assenza di nuovi, adeguati, consistenti e coerenti modelli di Leadership e di Management. 

Alcuni dati che possono aiutare a comprendere la portata del cambiamento in atto:

  • Secondo il  rapporto UnionCamere 2020, sulla base delle previsioni del modello Excelsior, un terzo dei fabbisogni di competenze fino al 2024 verrà assorbito dai temi della sostenibilità e del digitale, dove la sostenibilità da sola rappresenta il 19% del totale.
  • Tra i circa 2,7 milioni di persone che entreranno nel mondo del lavoro nei prossimi 5 anni il 62% dovrà avere competenze sui temi della sostenibilità, un requisito sempre più richiesto dal mercato.
  • Il 10 ottobre 2020 il Corriere della Sera riporta questa affermazione di Silvia Candiani, CEO di Microsoft Italia: “Oggi quasi il 40% delle aziende dice che non cambia modello di business perché manca di persone competenti”.
  • Pietro Ichino ha scritto: “Già solo per le competenze tradizionali le aziende non trovano risorse. A fine 2019 vi erano in Italia 1,2 milioni di posti di lavoro scoperti per mancanza di competenze (fonte UnionCamere e ANPAL). Immaginiamoci lo sforzo e le difficoltà se le competenze richieste sono eccezionali, come quelle richieste dalla sostenibilità a tutto tondo. Infatti, la difficoltà di reperire le figure è direttamente proporzionale alla professionalità”. 
  • “Il problema principale per le nostre aziende continua ad essere la difficoltà nel reperire collaboratori con competenze adeguate” (ISTAT: limite alla crescita – Nota sullo stato dell’economia, Gennaio 2022)

Perché SMSSCUOLA per MANAGER SOSTENIBILI

Ci risponde Fabrizio Favini, consulente alle imprese dal 1975 e fondatore di SMS: “perché è necessario ed improcrastinabile produrre, trasferire, applicare, consolidare e diffondere un nuovo paradigma manageriale che integri le competenze gestionali e di business con una ampia visione della responsabilità sociale dell’Azienda, mettendo il proprio Capitale Umano al centro del processo di innovazione.

La nostra nuova Scuola si distingue da analoghe iniziative in quanto sviluppa e valorizza non solo la dimensione etica della sostenibilità, in buona parte già acquisita e praticata, ma valorizza e sviluppa anche la dimensione estetica propria dell’Umano per generare un futuro più bello, attraente ed appassionante, oltre che più giusto”.

“Noi formiamo Manager Sostenibili, prosegue Favini, appassionati nel creare nuovo valore nelle Imprese e nelle Istituzioni, aiutandoli a diventare veri propulsori, capaci di promuovere e realizzare una SOStenibilità che sia insieme sociale, economica, ambientale.

E’ un tema epocale quello della SOStenibilità perché ha a che fare con il passaggio da un sistema economico che presuppone la disponibilità illimitata di risorse – materie prime, terra da coltivare, spazio per costruire, mercati, consumatori, manodopera, aria, acqua – ad un altro sistema economico consapevole che queste risorse sono invece disponibili in quantità limitata”, conclude Favini.

In sintesi, quelle che SMS offre al Mercato sono competenze particolari, originali, molto innovative e abilitanti al nuovo modello di impresa sostenibile.

Obiettivi della scuola

  • Modellare e rilasciare skill coerenti per manager sostenibili, senza i quali la sostenibilità sociale, ambientale ed economica delle imprese è destinata a restare soltanto un paradigma teorico, privo di applicazione concreta.
  • Supportare il manager nell’implementazione dei principi della sostenibilità a specifici processi applicando così i modelli acquisiti durante la frequentazione della SMS alla realtà operativa della propria Organizzazione.
  • Fornire alle aziende un supporto completo, adeguato e qualificato per aiutarle nell’impegnativo sforzo di trasformare la propria cultura.
  • Formare la Persona alla dimensione estetica della sostenibilità come prassi vincente e differenziante.

A chi si indirizza SMS

  • A tutte le Aziende consapevoli che far evolvere il proprio modello di business non è un’opzione bensì una condizione di sopravvivenza. 
  • A manager impegnati nel reskilling delle proprie competenze, indispensabili per sviluppare e applicare modelli di sostenibilità sociale, ambientale ed economica all’interno della propria Organizzazione.
  • Ad aspiranti manager della sostenibilità, motivati a ricoprire tale ruolo presso aziende, enti e organizzazioni impegnate a (ri)progettare il proprio futuro.

Le caratteristiche della scuola

  1. È un incubatore in cui ricercare e sviluppare apprendimento su 3 livelli: 
    • sapere: trasferimento ed acquisizione di cultura, saperi, modelli ed esempi di riferimento funzionali al nuovo stile di management;
    • saper fare: traduzione di cultura e di saperi in competenze applicabili e riscontrabili nei nuovi comportamenti; 
    • saper essere: realizzazione di sé come manager sostenibile a garanzia dell’eccellenza prestazionale nel nuovo ruolo.
  2. È un facilitatore di execution in quanto supporta ed orienta il neo-manager nella realizzazione del processo aziendale della sostenibilità. 
  3. È un brodo di coltura di autorealizzazione e di diffusione della sostenibilità all’interno della specifica organizzazione e presso i relativi Stakeholders.

 

Fabrizio Favini, nel mondo della consulenza alle imprese dal 1975, si occupa di sviluppo di risorse umane sul fronte del business development. 

Facilitatore e formatore, opera interventi per l’adeguamento del comportamento e per l’aumento delle performance, sia individuali che di gruppo. 

Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: La vendita di relazione (Il Sole 24 Ore, 2002); La vendita fa per te (Il Sole 24 Ore, 2012); SCUOTIAMO L’ITALIA! Non abbiamo mai avuto così poco tempo per fare così tanto ( Franco Angeli, 2014).


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