Cresce ancora l’utilizzo per gli Interim Manager in Europa, ma l’Italia è fanalino di coda nella loro retribuzione

Cresce ancora l’utilizzo per gli Interim Manager in Europa, ma l’Italia è fanalino di coda nella loro retribuzione

di Tim Management

La ricerca annuale di INIMA, il network internazionale delle associazioni di Interim Manager, offre lo spunto per un confronto con gli altri paesi europei.

 

Il 2022 è stato l’anno di uscita dalla crisi pandemica ma è stato caratterizzato negativamente dal presentarsi di situazioni di difficoltà per i mercati mai affrontate negli ultimi anni, quali l’inflazione e la tensione provocata dal conflitto in Ucraina. 

Affrontare un periodo così complesso, di perdurante difficoltà, ha richiesto alle aziende una grande flessibilità e resilienza e provocato un impatto significativo sull’organizzazione e sul management, aumentando la richiesta di manager competenti e formati. 

Questo ha portato a un aumento della richiesta di Interim Manager, esperti e competenti nella funzione e nel settore, aumentando del 6% l’utilizzo medio degli interim manager europei e portandolo, negli ultimi due anni, dal 56% al 69% del 2022. In pratica gli interim manager sono stati impegnati in incarichi per più di due terzi del loro tempo disponibile. La situazione italiana, in questo caso, è praticamente allineata con la media europea come utilizzo (67%) anche se nel 2022 quest’ultimo è stato in linea con l’anno precedente, a differenza di tutti grandi paesi europei che sono cresciuti.

A gennaio 2023 ben l’86% degli Interim Manager italiani stava svolgendo un incarico, la media più alta in Europa, dove si registra un dato del 73% medio. Il tasso di occupazione degli Interim Manager del nostro paese è sicuramente in controtendenza rispetto ai dati degli occupati a tempo indeterminato, rispetto al resto d’Europa.

 

 

È un dato che potremmo considerare strutturale perché legato alle caratteristiche peculiari del mercato locale dell’interim management; infatti, la ricerca mostra che ben il 62% degli Interim Manager italiani intervistati risulta occupato con un contratto part-time, dato nettamente superiore alla media europea (26%) e a paesi come la Germania (19%) e la Francia (8%). Da sottolineare anche la crescita esponenziale di questo dato che è passato in un anno dal 40 al 62%, grazie all’esplosione, peculiare al nostro paese, dell’utilizzo di interim manager fractional. Questo fenomeno spiega anche la sostanziale omogeneità del tasso di utilizzo dei manager che non si discosta dalla media europea, grazie a incarichi molteplici e spesso sovrapposti nel periodo.

 

 

Sono dati che in buona parte si possono giustificare esaminando la struttura dell’impresa italiana, composta da migliaia di PMI di dimensioni ben più contenute rispetto agli altri grandi paesi europei. Il 58% degli Interim Manager del nostro paese sono impiegati in aziende con meno di 100 dipendenti, contro il 28% della media europea, l’11% della Germania e il 18% della Francia. È una fotografia dell’impiego degli Interim Manager in Italia posizionati in PMI di dimensioni medio / piccole con un incarico part time o fractional.

 

 

In sintesi, possiamo dire che, sempre di più, l’utilizzo dei manager si orienta verso un aumento della flessibilità. Ma mentre nel nord Europa questo si concretizza in incarichi in prevalenza full time ma di durata attorno ai 10 mesi, in Italia si registra un progressivo aumento delle missioni di interim management part-time ma con durata mediamente superiore all’anno (13,3 mesi) e ben superiore alla media europea e a tutti i grandi paesi.

È una situazione tutto sommato positiva ma che impatta pesantemente sulla tariffa giornaliera media per l’Interim Manager che in Italia è di 676 euro; rimaniamo uno dei paesi con la remunerazione più bassa; un valore nettamente inferiore alla Svizzera (1.450 euro) e alla Germania (1.250 euro), ma anche a Francia (1.050 euro) e UK (1.000 euro) e siamo significativamente sotto la media europea di 949 euro.

 

 

Il profilo anagrafico dell’Interim Manager in Italia non si discosta molto da quello europeo: è un manager di 57 anni (in linea con l’Europa), i più giovani sono in Repubblica Ceca e Polonia, attorno ai 50 anni. Ancora poche le donne, solo l’8% del totale ma sono poche anche in Europa, l’11%.

Un dato per certi versi sorprendente e innovativo è la discesa dei ruoli di general management e C-Level che, pur rimanendo di gran lunga i più frequenti per gli Interim Manager, sono scesi al 59% in Europa con un calo italiano ancora più deciso che ha portato i C-Level dal 75% del 2020 al 55% del 2022! Un calo davvero brusco che in parte è stato compensato dalla crescita degli incarichi di Project Management, saliti dal 13 al 20%, e che testimonia un livello di incarichi tendenzialmente meno apicale nel nostro paese. 

Gli Interim Manager, in Italia e in Europa, sono chiamati soprattutto per la Gestione del cambiamento, seguito dall’ottimizzazione dei processi e dai ruoli di General Management.

Il job più frequente rimane però quello di C-Level, soprattutto CFO e COO, seguito dai CEO e GM.

 

 

Il canale prevalente di ricerca e reclutamento degli Interim Manager europei rimane il network personale dell’imprenditore e / o dei suoi advisor con il 47% degli incarichi, ma c’è da registrare l’ottima progressione delle società di Interim Management con il 32% degli incarichi, in crescita esponenziale rispetto al 20% del 2021; dati molto diversi per il mercato italiano dove la crescita delle società di Interim Management non è avvenuta e si rimane al 19% del 2021.  

È una tendenza al fai da te che potrebbe penalizzare lo sviluppo di un’offerta selezionata e di alto livello manageriale, senza trascurare il fatto che chi si propone come un operatore specializzato ha un network ampio e qualificato da cui identificare e selezionare la risorsa più in linea con le esigenze dell’imprenditore, che può altresì ottenere una flessibilità maggiore nell’utilizzo della risorsa e nella durata dell’incarico. 

 

SCARICA il report completo della Survey 2023 sull’ Interim Management europeo di INIMA 

Domenico Costa è uno dei fondatori di TIM Management, dove si è occupato di diversi e numerosi interventi di ristrutturazione aziendale. Durante la sua carriera ha operato come Advisor di fondi e come Amministratore Delegato di importanti realtà industriali. Ha gestito acquisizioni di Aziende in diversi settori industriali. 

 

TIM Management è in grado di supportare l’imprenditore e i suoi advisor nelle operazioni di restructuring e turnaround, con partner di alto profilo, che hanno maturato una profonda esperienza specifica in materia. 

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