Vincere in tempi di Incertezza: l’imperativo della resilienza

Vincere in tempi di Incertezza: l’imperativo della resilienza

di Tim Management

Tra la pandemia di Covid-19, la crisi climatica e l’incertezza geopolitica, il mondo sta attraversando dei cambiamenti sempre più rapidi, imprevedibili e senza precedenti. Nonostante questo, in tutti i settori, una buona parte delle aziende è rimasta costantemente concentrata su obiettivi a breve termine, presumendo, in maniera poco lungimirante, che le condizioni commerciali sarebbero presto tornate regolari.

Sono molti, infatti, i manager che si trovano oggi a dover ammettere che la loro azienda sta vivendo un momento particolarmente critico. Le PMI che stanno sperimentando momenti di difficoltà si stanno moltiplicando, trovandosi a soffrire per il caro-energia, per l’inflazione, per l’aumento dei tassi di interesse e per le difficoltà di approvvigionamento di varie filiere.

Per prosperare nell’anno nuovo, così come nel prossimo decennio, per un’azienda è necessario sviluppare la capacità di resilienza: ovvero quelle abilità di resistere a minacce o cambiamenti imprevedibili, che permettono di affrontare la crisi e vincerla, uscendone ancora più forti.

Le 6 dimensioni della resilienza: oltre i dati finanziari

Se la continua rivoluzione digitale sta aumentando la disponibilità dei dati, il grado di connettività e la velocità con cui vengono prese le decisioni si porta dietro dei rischi; come ad esempio potenziali blocchi dei sistemi e violazioni della sicurezza.

Nell’ottica del potenziamento, secondo un recente studio di McKinsey, le aziende devono prendere coscienza dell’importanza di essere al contempo flessibili e prudenti, e mettersi nelle condizioni di poter far fronte a circostanze così mutevoli e impreviste con rapidità ed efficacia. Ma, allo stesso tempo, le imprese, che per abitudini consolidate tendono a privilegiare l’aspetto finanziario e le aree con più immediato impatto sul conto economico, devono cambiare mentalità se non vogliono compromettere il loro business e perfino la loro sopravvivenza nel medio termine.

Il mondo di oggi richiede agli imprenditori qualcosa in più della sola resilienza finanziaria; è necessario sviluppare una capacità di resilienza specifica in tutte le singole aree funzionali in cui si sviluppa un’azienda, ecco come:

 

  1. Resilienza finanziaria. Essere resilienti sotto l’aspetto finanziario vuol dire saper diversificare gli investimenti dell’azienda, bilanciando gli obiettivi a medio e lungo termine, per proteggerla dal deterioramento dei mercati e dal ridotto accesso al capitale; dalla minore capacità di ricorrere all’indebitamento; o, per gli istituti finanziari, dal rischio crescente delle perdite su crediti. Inoltre, in un contesto così incerto è molto più equilibrato cercare di aumentare i ricavi e migliorare la situazione competitiva, piuttosto che focalizzarsi solo sul controllo dei costi.
  2. Resilienza operativa. La resilienza nelle operations dell’azienda si esprime nel mantenere una solida capacità produttiva, in grado di adattarsi ai cambiamenti della domanda e rimanere stabile di fronte ai salti di produzione dovuti alla scarsità di materie prime, senza sacrificare la qualità del prodotto.
  3. Resilienza tecnologica. Investire in infrastrutture solide, sicure e flessibili, per gestire le minacce informatiche e i guasti, mantenendo e utilizzando dati sicuri e di alta qualità, rispettando la privacy, è quella che si definisce resilienza tecnologica. Allo stesso tempo, essere resilienti significa implementare progetti IT, grandi e piccoli, con qualità elevata, puntualità e in budget; restando al passo con le esigenze dei clienti, le sfide della concorrenza e i requisiti normativi.
  4. Resilienza organizzativa. Impostare regole e standard inclusivi e flessibili per la gestione dell’organizzazione, reclutando sempre i migliori talenti, trattandoli in modo equo e migliorandone in maniera sistematica le competenze; sono tutte le caratteristiche che permettono di creare e tenere in azienda, un team di persone resilienti, con conoscenze e competenze specifiche, capaci di lavorare al meglio in condizioni mutevoli e sfidanti.
  5. Resilienza reputazionale. La velocità con cui la reputazione dell’azienda può cambiare e deteriorarsi, agli occhi dei consumatori, degli stakeholders e dei dipendenti, sta aumentando. Per ogni imprenditore è fondamentale saper prevenire le crisi che potrebbero intaccare la credibilità dell’azienda, selezionando partner e fornitori in linea con i propri valori, agendo in modo coerente e comunicando in maniera trasparente; è particolarmente importante tenere sotto controllo e monitorare l’impatto ambientale e la sostenibilità dell’azienda e della sua filiera di business, a monte e a valle.
  6. Resilienza del modello di business. Per garantire la crescita sostenibile dell’impresa, è indispensabile essere in grado di attuare strategie in grado di evolvere i modelli di business, mantenendo alta la competitività e la capacità di adattarsi ai cambiamenti, soprattutto nei periodi di crisi.

Ma quali azioni si possono intraprendere per misurare e migliorare la propria resilienza?

Gli step del processo di resilienza

Costruire un’azienda resiliente è un processo che non richiede di un approccio unico e standardizzato: ogni realtà deve agire in modo coerente con i propri obiettivi, con il proprio settore e le proprie dimensioni. Il primo passo da fare è comprendere ciò di cui si ha bisogno per il futuro e attuare cambiamenti sensati.

 

  • Svolgere un’analisi dell’ambiente esterno: bisogna chiedersi se il mercato sta crescendo o si sta riducendo in termini di numero di imprese e fatturato. Quali sono i rischi e quali le opportunità? Chi sono i concorrenti? Quali sono le previsioni future in merito all’andamento del mercato? Quali sono le policy pubbliche che lo regolamentano? Stanno cambiando?
  • Sviluppare un’analisi dell’ambiente interno: è importante capire se l’azienda è dotata delle risorse necessarie per intraprendere un piano di resilienza. Quali sono le competenze presenti in questo campo? Quali sono le figure che dovrebbero occuparsene in azienda? Ci sono le risorse per le innovazioni necessarie? Che meccanismi di controllo è necessario mettere in atto?
  • Definire un resilience plan: si deve necessariamente definire un piano d’azione concreto e avviare una mappatura dei rischi per l’impresa, corredata dalle azioni da svolgere per la gestione del rischio. Quali sono i rischi a cui è esposta la nostra azienda? Quanto è probabile che si verifichino? Come è possibile mitigarli o azzerarli? Come gestire la comunicazione in caso di emergenze?
  • Effettuare un monitoraggio efficace: una volta definito e cominciato a implementare il piano di resilienza, è necessario verificare che le soluzioni introdotte siano efficaci. In che modo queste soluzioni sono migliorabili? Come svolgere dei test periodici che permettano di verificarne l’efficacia?

 

In conclusione, un’azienda resiliente è in grado di elaborare i possibili scenari e individuare le modalità più adeguate per affrontarli e ripartire, ma è sempre il board o l’imprenditore stesso che, per primo, deve saper cogliere i segnali che evidenziano un cattivo stato di salute dell’azienda che guida. 

In questo caso l’inserimento temporaneo nell’organizzazione di un Interim Manager esperto può aiutare i vertici aziendali a identificare soluzioni innovative e formule di business alternative, adeguate alle situazioni e alle opportunità che l’azienda si trova ad affrontare.

Questa soluzione è particolarmente indicata per le PMI che raramente hanno all’interno dell’organizzazione le competenze adeguate ad affrontare i periodi di crisi e discontinuità; un manager esperto del settore, che ha già vissuto e superato con successo situazioni analoghe, è in grado di fornire una vera e propria bussola all’azienda per orientarsi verso la resilienza, nella tempesta della crisi.

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