I primi 100 giorni del CEO, tra audacia e chiarezza

Nella costante lotta per rimanere competitivi in un mondo globalizzato ma sempre più complesso nelle relazioni tra partner commerciali, i primi 100 giorni di mandato del CEO sono decisivi per esprimere con audacia la propria visione aziendale.

I primi 100 giorni del CEO, tra audacia e chiarezza

Nella costante lotta per rimanere competitivi in un mondo globalizzato ma sempre più complesso nelle relazioni tra partner commerciali, i primi 100 giorni di mandato del CEO sono decisivi per esprimere con audacia la propria visione aziendale.

 

I giorni di insediamento in azienda del nuovo CEO rappresentano un momento cruciale in cui il leader può stabilire il ritmo, il tono, la direzione e le aspettative dell’organizzazione, oltre a mostrare la minima tolleranza per “il modo in cui facciamo le cose qui”. Ciò vale soprattutto per gli amministratori delegati provenienti da altre realtà, per i quali questa è anche la migliore opportunità per trarre vantaggio dal punto di vista dell’outsider.

 

L’obiettivo principale è quello di creare un racconto integrato che tracci l’ambizione, definisca i piani per la trasformazione e la gestione degli stakeholder, oltre che valorizzare il talento e la collaborazione interna.

 

Un’opportunità ad alto rischio e ambizione

D’altro canto, la fase iniziale di un mandato rappresenta sempre un periodo ad alto rischio; questa incertezza è amplificata dall’attuale contesto di instabilità economica, sociale e politica, in cui le aspettative relative ai ruoli apicali stanno subendo rapidi cambiamenti.

 

I primi 100 giorni del CEO gettano le basi per i risultati conseguiti nei successivi tre o cinque anni, come dimostrano studi empirici che evidenziano quanto le trasformazioni avviate all’inizio di un mandato beneficiano di effetti cumulativi.

 

Il concetto dei primi 100 giorni può essere applicato in qualsiasi momento di svolta per l’azienda, come una brusca diminuzione del valore delle azioni, una crescente vulnerabilità agli investitori attivisti, una ricapitalizzazione, o come nel caso di una transazione di Private Equity. Sono tutte opportunità per il CEO di prendere un momento di riflessione e riconsiderare la situazione. Lo stesso principio è valido quando le divisioni aziendali o le funzioni richiedono un nuovo punto di vista.

 

Paradossalmente, rappresentano anche il momento ideale per introdurre una fase di riflessione, staccando temporaneamente la spina per dedicarsi a una profonda analisi, esaminando le premesse di base, le convinzioni fondamentali e le conoscenze. Sebbene l’atto della riflessione sia la parte meno visibile del lavoro di un CEO, ne può emergere un valore potenzialmente esponenziale, portatore di illuminanti intuizioni.

 

6 step per i primi 100 giorni

In un contesto fitto di richieste di tempo e attenzione, non sorprende che il CEO possa facilmente distogliere l’attenzione dalle questioni cruciali. Tuttavia, concentrandosi su sei principali aspetti chiave, può rendere efficace e produttivo questo periodo di introduzione in azienda:

 

  1. Un’analisi basata sui dati, imparziale e multidimensionale che comprenda dettagli finanziari sulle performance delle unità aziendali, dei canali, dei prodotti/servizi e delle diverse tipologie di clienti, nonché una valutazione della posizione di mercato, del portafoglio prodotti e della solidità finanziaria dei concorrenti. Alla fine di questo ciclo di valutazione, i CEO e CFO dovrebbero essere in grado di comprendere i fattori che influenzano il valore delle azioni nel loro settore e avere redatto un piano in grado di creare valore attraverso attività mirate e contingenze.
  2. Una narrazione strategica completa che abbracci la ragione d’essere dell’azienda, le prossime sfide da affrontare, la strada da percorrere e le decisioni da prendere, insieme alla definizione di entusiasmanti obiettivi da perseguire. I nuovi CEO che anticipano la necessità di una trasformazione dovrebbero anche incorporare la loro visione, da comunicare agli investitori, ai dipendenti e ad altre parti interessate, definendo la direzione futura e, soprattutto, il modo per raggiungerla.
  3. Una roadmap finanziaria da sviluppare parallelamente alle strategie degli investitori dell’azienda, al fine di massimizzare la creazione di valore. Tale strumento avrà l’obiettivo di delineare le previsioni di entrate e i costi, gli investimenti necessari e le migliorie previste nelle metriche operative e finanziarie nel periodo di due o quattro anni.
  4. Un piano di coordinamento di tutti gli stakeholder che permetta di concentrarsi su come interagire con il board e con il loro team di gestione al fine di garantire una responsabilizzazione efficace in tutta l’organizzazione.
  5. Un piano di comunicazione completo che coinvolga tutti gli stakeholder chiave: grandi azionisti, membri chiave del team di vertice, dipendenti, autorità governative, analisti, media e organizzazioni non governative. Il successo del CEO spesso dipende dalla capacità di stabilire relazioni produttive con tali gruppi. Questo piano dettagliato di comunicazione definirà i KPI e le modalità di gestione delle iniziative.
  6. Una valutazione delle forze e delle debolezze dell’organizzazione interna, delle risorse umane, della cultura aziendale nel suo complesso e del piano di sviluppo. Questa analisi dovrebbe offrire una visione generale della salute e della cultura dell’organizzazione, inclusi aspetti quali lo sviluppo dei leader, il loro grado di allineamento e autonomia, l’efficacia del lavoro di squadra a livello di board, il sistema di valutazione delle performance e le strategie che promuovono la creatività tra i dirigenti.

 

In conclusione, le risorse più preziose di un CEO sono tempo ed energia. Tuttavia, è importante sottolineare che non può essere costantemente “in servizio”, nemmeno nei primi 100 giorni della sua carica. In questo senso, i team di supporto, come i capi di staff e gli assistenti esecutivi, svolgono un ruolo fondamentale; lo aiutano a stabilire un ritmo di lavoro sostenibile, a preservare il suo tempo e a gestire l’energia in modo efficace. Questo può consentirgli di ricaricarsi, dedicare del tempo alla famiglia e agli amici, partecipare ad attività al di fuori dell’ambito lavorativo e, allo stesso tempo, riflettere e sviluppare nuove idee in ambito professionale.

 

TIM Management, grazie alla vasta rete di professionisti altamente qualificati ed esperti in vari settori, offre alle aziende il supporto di CEO Interim con esperienza nella gestione del cambiamento, della ristrutturazione e turnaround o di situazioni di discontinuità

 

Un interim manager può intervenire immediatamente sui processi aziendali e sui flussi di lavoro, grazie all’inserimento in poche settimane nell’organigramma dell’Azienda  assumendo così piena responsabilità della gestione operativa. 

 

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