Il ruolo del Sustainability Manager

La missione di TIM è quella di supportare le Aziende nelle fasi di sviluppo e/o di ristrutturazione, affiancandole nella gestione del cambiamento

Il ruolo del Sustainability Manager

L’evoluzione vorticosa dello scenario economico e politico e le trasformazioni del tessuto socio-economico sempre più rapide, sono il terreno su cui nascono nuove – in alcuni casi nuovissime – figure professionali che le aziende sempre più frequentemente integrano nel loro organigramma in ruoli manageriali, spesso anche apicali. 

Il tema della sostenibilità, ad esempio, è decisamente ‘caldo’ nel contesto attuale: le aziende e i mercati si trovano, a volte loro malgrado, nel bel mezzo di un processo di transizione ecologica e digitale, avviato con l’obiettivo di riequilibrare l’ecosistema, non solo inteso come ambiente, ma anche come società (qualità ed etica del lavoro) ed economia (processi produttivi ottimizzati).

Il fine ultimo è quello di arrivare a perseguire uno “sviluppo sostenibile” che soddisfi le necessità del presente senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i propri bisogni.

 

Chi è il Sustainability Manager

 

Questa figura, ha come focus del proprio mandato quello di gestire con successo la sfida della sostenibilità, ricavandone, quando possibile, nuove opportunità per l’azienda e riducendo al contempo quei costi che nel medio termine potrebbero divenire insostenibili. La crescente consapevolezza del tema della sostenibilità comporta modifiche profonde nel business di molte aziende che sono determinate a modificare radicalmente il modo di relazionarsi al contesto in cui operano.

Il Sustainability Manager, è una figura altamente specializzata, che aiuta le aziende ad individuare e perseguire pratiche e azioni sostenibili sia dal punto di vista ambientale che da quello dei processi di operations e innovazione. Una delle sue caratteristiche è l’alto profilo manageriale (Il 53% dei professionisti assunti in grandi e medie imprese per questo ruolo rivestono ruoli dirigenziali),nella vasta maggioranza dei casi opera con responsabilità dirette sui cambiamenti da implementare, coinvolgendo tutte le linee di business. Ogni attività, dalla produzione alla distribuzione, verrà valutata in ottica ESG, e verrà analizzato il suo allineamento, operativo e strategico, con le più recenti normative ambientali, energetiche e di sicurezza. 

Per questo motivo il Sustainability Manager supporta attivamente le politiche e le iniziative sostenibili nell’organizzazione, persegue il monitoraggio e il raggiungimento di obiettivi di performance concreti e misurabili e stimola la sensibilizzazione alla sostenibilità, per poter raggiungere un impatto positivo, non solo per l’azienda ma anche per le persone e l’ambiente.

 

La missione del Sustainability Manager 

 

Si sviluppa in queste aree:

  • Studio fattori ESG, deve monitorare l’evoluzione dei fattori ESG e il loro impatto sulle dinamiche dei mercati dove opera l’azienda, oltre a valutarne l’impatto in termini di rischio e sulle prospettive di redditività dei business.
  • Stabilire obiettivi di performance di sostenibilità, deve guidare con obiettivi condivisi, concreti e misurabili lo sviluppo del sistema aziendale verso una gestione sostenibile, creando valore in ambito ambientale, sociale e di governance.
  • Ideare programmi di sensibilizzazione alla sostenibilità, deve gestire e implementare le iniziative di sensibilizzazione all’interno dell’organizzazione, misurando e comunicando la loro efficacia, sia all’interno dell’azienda che all’esterno, così che i principi della gestione sostenibile e dell’economia circolare siano diffusi e concretamente condivisi.
  • Essere un challenger, l’area di lavoro più importante per chi deve attuare il cambiamento: operare in maniera smart, usando il pensiero laterale e portando prospettive e punti di vista diversi. Il Sustainability Manager è chiamato a sfidare i comportamenti e le convinzioni consolidate, agendo da outsider.

 

Le competenze del Sustainability Manager 

 

Le competenze e le capacità richieste al Sustainability Manager sono eterogenee e multidisciplinari, ma, tra queste sono senz’altro fondamentali: 

– Skills organizzative 

– Competenze analitiche e forma mentis data driven 

– Attitudine al problem solving   

– Eccellenti capacità relazionali e di comunicazione, sia verso l’interno che verso l’esterno

 

Il ruolo non presuppone di operare unicamente sul piano strategico, tenendo in considerazione gli aspetti legati ai consumi, al mercato e alle tecnologie, ma deve arrivare ad impattare anche sulla consapevolezza e conoscenza aziendale* riguardo ai temi ESG. L’obiettivo è anche quello di diffondere i concetti legati alla sostenibilità, portando punti di vista differenti, provenienti dall’azienda ma anche esperienze esterne significative. 

 

*Secondo la ricerca Luiss Business School, l’81% dei Sustainability Manager ha prodotto una crescita della cultura interna riguardo la sostenibilità. 

 

Cosa fa il Sustainability Manager

 

Può svolgere molte differenti mansioni, in base al contesto in cui l’azienda opera. 

Alcune, tuttavia, sono trasversali, tra segnaliamo alcune delle sue mansioni specifiche: 

  • La valutazione e l’elaborazione di una road map strategica per il raggiungimento degli obiettivi e la redazione di un piano di sostenibilità con KPI specifici per misurarne l’efficacia. 
  • Sviluppo di azioni volte a migliorare la sostenibilità Sociale e Ambientale, in linea con le normative attuali e monitorate attraverso audit specifici. 
  • Programmazione, analisi e aggiornamento di un piano strategico di sostenibilità dell’organizzazione in linea con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e i suoi 17 obiettivi (SDGs). 

 

Le sfide sono ambiziose, gli obiettivi sono complessi, ma se si vuole che la sostenibilità diventi un approccio comune a tutte le imprese, dalle PMI sino alle multinazionali, è necessario che nell’organizzazione sia presente un Sustainability Manager per sviluppare iniziative e progetti all’interno dell’impresa, ma ottenere anche un impatto all’esterno e aumentare la sensibilità collettiva in chiave ESG. 

 

La figura di un Interim Manager esterno esperto, in particolare per le PMI, può essere la modalità ottimale per inserire all’interno dell’organizzazione un Sustainability Manager che possa facilitare il cambiamento e formare il management interno in funzione di una gestione dei fattori ESG. TIM Management, con il suo ampio network di professionisti selezionati nel tempo ed esperti in ogni settore, può offrire la migliore assistenza, rendendo operative le risorse necessarie in tempi brevissimi.

 

Annual WIL Conference

Grande emozione aver ospitato a Monza il convegno annuale di WIL Group. Tema di quest’anno: “Crescere nell’era dell’incertezza”.

Quali strategie adottare al contesto di instabilità attuale? Questa la domanda a cui si è cercato di dare una risposta durante le conferenze tenutesi dal 5 al 7 Ottobre.

L’attuale contesto geopolitico e l’incidenza sui processi decisionali, le azioni in ottica ESG, la Digital Transformation: solo alcuni degli argomenti trattati per capire come affrontare le sfide a breve, medio e lungo termine.

Ne è emerso un quadro chiaro, che ribadisce la centralità dell’Interim Management per fronteggiare i cambiamenti in atto.

Prossimo appuntamento: Stoccolma nel 2023.

Perché il tema ESG è davvero importante per tutte le aziende

Gli investimenti a tema ESG (ovvero quelli che si concentrano sulle priorità ambientali, sociali e di governance) si avviano quest’anno a superare i 40 trilioni di dollari di asset, suggerendo che il concetto è ormai profondamente radicato nei mercati globali. È noto che incorporare obiettivi come la sostenibilità nel DNA di un’organizzazione può migliorare l’efficienza operativa, il coinvolgimento dei dipendenti e la resilienza.

Ma, allo stesso tempo, aumenta il numero dei detrattori; molti manager affermano che le loro politiche ESG non hanno portato vantaggi concreti all’azienda. Una possibile spiegazione di questo fatto è che poche aziende integrano le idee legate ai fattori ESG nelle loro strategie di business. 

Sebbene oltre il 90% delle società dell’S&P 500 oggi pubblichi rapporti ESG, in Italia sono in totale circa 300, le critiche sembrano aumentare. I critici descrivono l’ESG come “green washing” che può distrarre risorse dalle vere priorità aziendali. Questo anche se molte aziende sono sempre più spesso costrette a prendere decisioni impattanti sui loro risultati di business in risposta alle preoccupazioni crescenti su sostenibilità e inclusione. 

Le aziende incaricate di creare valore a lungo termine devono necessariamente affrontare problemi esogeni come le emissioni di gas serra, affermano i senior partner di McKinsey in un interessante articolo appena pubblicato di cui riassumiamo alcune conclusioni.

I temi ESG sono diventati sempre più rilevanti per preparare le organizzazioni ad affrontare con successo il futuro. Ecco cosa si può rispondere agli scettici ESG portando anche alcuni esempi di società che sono riuscite ad abbracciare i fattori ESG migliorando, grazie a questi ultimi, i risultati aziendali.

Cominciamo dalle critiche che non sono nuove e spesso sono quelle preventive poste dai manager più tradizionali, che non vogliono affrontare questi temi per la loro azienda per timore di costi certi e benefici difficili da quantificare, eccone alcune:

  • I valori ESG distraggono risorse umane ed economiche dai veri obiettivi aziendali; l’azienda deve produrre risultati economici e i temi ESG possono certamente essere positivi per l’immagine dell’azienda e i suoi brand ma non migliorano il bottom line, anzi spesso producono eventi e comunicazioni estemporanee che dichiarano obiettivi difficilmente raggiungibili.
  • Gli elementi che compongono il profilo ESG sono troppi e spesso confliggono tra di loro e con gli obiettivi di business; trovare un equilibrio tra così tante componenti, obiettivi e stakeholders è praticamente impossibile.
  • I valori ESG sono difficilmente quantificabili e misurabili. Ancora una volta il problema è la complessità nel trovare una sintesi; se i singoli valori ESG sono in parte misurabili e monitorabili, assegnare a questi molteplici valori un peso corretto è molto più difficile e in un certo senso soggettivo. Non esiste un metodo comune per calcolare i rating ESG che sia universalmente adottato e riconosciuto.
  • Inoltre, anche quando i valori ESG sono misurati e monitorati, è molto difficile rapportarli alle performance finanziarie e di business dell’impresa. Non è semplice trovare una correlazione diretta nemmeno considerando singolarmente i settori industriali, e ancora più difficile è costruire un nesso causale valido per più settori. Peraltro i fondi ESG, che sono nati negli ultimi anni, non sempre performano meglio dei fondi tradizionali, nella maggior parte dei casi questo è vero ma, anche in questo caso, non è una regola sempre rispettata.

Le performance aziendali però non sono più sostenibili nel lungo periodo senza un livello adeguato di accettabilità sociale, vediamo perché.

È assodato che un’impresa debba produrre valore nel lungo periodo e questo oggi non è più possibile senza tenere conto dei fattori esterni che possono impattare sui risultati di business; i fattori esterni andranno inevitabilmente a impattare sulle performance dell’azienda anche se non direttamente legati si suoi prodotti o servizi o al livello di competitività rispetto ai concorrenti.

Non si può infatti più prescindere dalla creazione e costruzione di un supporto sociale solido e duraturo da parte di dipendenti, clienti e comunità, perché, in sua mancanza, l’azienda andrebbe piano piano a perdere la sua capacità di produrre risultati positivi di business nel tempo.

I valori ESG rappresentano l’anello di collegamento tra i fattori esterni sociali e i risultati dell’azienda e per questo è fondamentale considerarli e monitorarne i progressi in maniera strutturata

Ecco, in sintesi, le tre ragioni per cui i valori ESG possono avere un grande impatto per l’impresa:

1 – I fattori esterni da tenere sotto controllo sono sempre di più e sempre più importanti per il sociale

Ad esempio, il carbon footprint di un’azienda può impattare limitatamente sui suoi dipendenti ma impatta certamente in modo più ampio sulla comunità dove l’azienda opera e contribuisce alla sostenibilità globale in un mondo sempre più monitorato e interconnesso. Le aziende, di fronte a temi come questo, oggetto di ampia discussione pubblica e regolamentazione da parte dei governi nazionali e sovranazionali, non possono più permettersi un approccio conservativo, gli stakeholders si aspettano che le aziende agiscano in modo proattivo e responsabile. Per questo più di 5000 imprese hanno preso un serio impegno per il raggiungimento di un impatto net-zero. Un’altra area di sempre crescente impatto è rappresentata dalle politiche di inclusione adottate dall’azienda, i dipendenti sempre più frequentemente scelgono le aziende dove lavorare in base a criteri di inclusività e rispetto. 

2 – Alcune aziende hanno raggiunto grandi risultati grazie ai valori ESG;

Il supporto sociale non è un obiettivo statico, che si raggiunge e si può archiviare, ma un processo dinamico che richiede impegno e un monitoraggio continuo. A differenza dei tradizionali obiettivi finanziari, per raggiungere i quali è sempre possibile trovare alternative finanziarie percorribili, per gli obiettivi ESG non c’è un’alternativa possibile, in una prospettiva di cambi climatici e sociali drammatici non esistono scappatoie per le imprese.

Possiamo considerare i valori ESG come un viaggio, ci saranno ritardi e scossoni, nessun’azienda è perfetta, gli errori sono sempre possibili e ci sono imprevisti che si possono verificare ma il viaggio non si arresta per questo. L’immagine dell’azienda legata alla sostenibilità sta diventando sempre più vitale per la sua sopravvivenza nel medio periodo per cui non è possibile evitare il confronto con questi temi e sperare che le cose si aggiustino da sé. Al contrario, è sempre più necessario per l’impresa trovare un fine, un ‘purpose’ attorno al quale aggregare gli sforzi e allineare il business model e la strategia. La domanda chiave da porsi è ‘cosa perderebbe l’umanità se la nostra azienda scomparisse?’

Le aziende che riescono a trovare e perseguire coerentemente un ‘purpose’ sono quelle che sapranno meglio motivare il team e gli stakeholders e creare valore nel tempo per i clienti e gli investitori. 

Ad esempio, Patagonia, azienda produttrice di abbigliamento sportivo e outdoor, che è sempre stata motivata alla salvaguardia del pianeta e il cui fondatore rinuncia alla proprietà dell’azienda per questa causa, oppure Natura&Co, una brand di cosmetici brasiliana, che vuole che gli individui vivano in armonia con sé stessi, con gli altri e la natura e che, per perseguire questo fine, dirige tutti i suoi sforzi in area ESG per difendere l’Amazonia e le sue popolazioni. Queste non sono che due delle aziende che hanno trovato nel proprio purpose una via per perseguire il successo e la perennità.

3 – Il monitoraggio dei valori ESG è solido andrà a migliorare col tempo

I valori ESG sono stati introdotti recentemente e la misura del loro impatto e sviluppo è ancora largamente ‘work in progress’. La misurazione dei valori ESG senza dubbio andrà a migliorare col tempo grazie al contributo e all’esperienza di centinaia di aziende che hanno faticosamente intrapreso questo cammino. Non a caso sono nati e si stanno affermando diversi rating ESG, con differenti provider come MSCI, Refinitiv o S&P Global, che stanno combattendo per affermarsi come lo standard di misura dei valori ESG.

Si andrà a migliorare la loro affidabilità, similmente a quanto accaduto con i report e i rating finanziari, che si sono evoluti e consolidati sotto la spinta degli stakeholders in un processo di lungo e continuo fine tuning. Il fatto che non esista ancora uno standard globalmente riconosciuto, come l’ISFR per i dati finanziari, non significa che la misurazione non debba essere già oggi credibile, rigorosa e accurata.

In conclusione, possiamo affermare che i valori ESG e la ricerca di un ‘purpose’ significativo e impattante sono destinati a diventare i pilastri su cui si fonderà la sostenibilità delle aziende nei prossimi anni, a partire già da oggi.

Per questo TIM Management ha ritenuto importante offrire ai suoi interim manager senior un webinar a cura della Dottoressa Patrizia Giangualano, esperta riconosciuta nel campo della sostenibilità aziendale e della misura dei valori ESG. 

Ci sembra ancora più importante mettere a fattore comune la presentazione del webinar per tutti gli imprenditori e i manager interessati a capire meglio questi temi che sono ormai diventati imprescindibili per fare impresa e che, nel nostro paese, sono ancora relativamente poco diffusi e conosciuti.

Scarica la presentazione del webinar

https://share.hsforms.com/1pl8s5t5HRxeyQLiJHaXuAw5dr51